“Quanto è buio il buio?”, Don Antonio Lobalsamo: ‘cerchiamo il Risorto’

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Una Pasqua diversa dal solito, per l’emergenza coronavirus in corso che ci costringe a restare a casa. Don Antonio Lobalsamo, arciprete e parroco della Parrocchia SS. Salvatore di Capurso, rivolge il suo pensiero e il suo augurio a tutta la sua comunità e a tutta la cittadinanza.

Quanto è buio il buio?

Una Pasqua inedita, che nemmeno le menti più fantasiose avrebbero potuto partorire. Tutti chiusi in casa, e non da pochi giorni; tutto imprigionato. Messe e celebrazioni varie a porte chiuse, con la possibilità di dirette con mezzi di fortuna; famiglie che si ritrovano sempre più povere, con la grande incognita del futuro. Nessuno che ti dia risposte certe, per il semplice fatto che non può dartele, non avendole neanche lui.
Mancano gli abbracci, le strette di mano, gli incontri. Quasi ci stiamo disabituando agli altri, diventando sempre più esperti di telecamere e collegamenti virtuali.
M’immagino gli anziani, per la maggior parte allergici a computer e telefonini, affacciati al balcone o che sbirciano dai vetri delle finestre, bramosi di volti noti, di notizie di paese, di qualche buona nuova che sollevi almeno un poco il cuore; loro, più degli altri chiusi in casa, spesso da soli, con la paura di questo maledetto virus che li attacca facilmente, non risparmiando comunque prede più giovani; loro, dipendenti in tutto dai familiari o da qualche buon vicino di casa, che si interessi a te: “Come va? Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?”. Benedetti quanti sanno prendersi cura, quanti sanno mettersi a disposizione. Benedetti medici ed infermieri, che in ospedale, nei reparti Covid, stringono mani che altrimenti, chi è malato, tenderebbe senza ricevere nessuna presa, perché le stanze sono inaccessibili. Alcuni sanitari non vanno nemmeno più a casa, per non far correre rischi ai familiari.
In questo tempo, “a complicare il tutto, la nostra difficoltà ad attendere. Ci siamo abituati ad afferrare immediatamente il piacere e a trangugiarlo con voracità per poi passare, mai davvero sazi, al successivo”. (Barbara Forresi, psicologa)
E Gesù? C’entra Gesù? Per chi crede, Lui abita la nostra vita fin nelle sue stanze più remote, fin oltre quegli spazi della nostra casa sconosciuti a noi stessi. Lui c’è, insomma! C’è e ci sta accanto, per quanto questa affermazione aizza non solo i lontani dalla fede ma anche i vicini, quelli che normalmente credono senza tanta fatica, ma che in questa situazione o si stanno affidando ciecamente o stanno mettendo tutto in discussione. Perché non interviene, se c’è? Perché non mette fine a questa pandemia? In quale isola remota si sta rilassando a nostra insaputa?
Serve davvero coltivare questi dubbi? O non piuttosto è necessario che coltiviamo la speranza, “ministero faticoso, forse più di quello di amare, perché senza alcuna ricompensa immediata”, come ci ha detto il nostro Arcivescovo? Questi giorni, che non vogliamo si ripetano mai più, possono aiutarci a vivere la Pasqua di morte e risurrezione, di Gesù e nostra, in maniera più vera, perché meno distratti dal superfluo che spesso trasformiamo in essenziale; a capire chi siamo e cosa vogliamo fare della nostra vita; a non sciupare le relazioni, di cui sentiamo tremendamente bisogno.
Coltiviamo la speranza, crediamo fermamente che dal sepolcro verremo fuori anche noi, aiutiamo chi da solo non ce la fa a togliere la pietra tombale. Probabilmente, oltre che ricordare questo tempo come un tempo brutto, ne faremo memoria anche come una possibilità che ci è stata data. Di essere uomini e donne più… umani. E credenti con una fede più limpida.
Buona Pasqua, allora! “Andrà tutto bene”, perché gli esperti di quaggiù ce la stanno mettendo tutta per rendere innocuo il mostro e, ancor più, perché l’Esperto di lassù ci tiene saldamente nelle sue mani. Cerchiamo il Risorto e non solo il Crocifisso (cfr. Mc 16,6): con Lui accanto il buio non è mai troppo buio.
don Tonio

Pasqua 2020
Parrocchia SS. Salvatore – Capurso

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