Il ritorno di Omar Pedrini

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In giro per l’Italia con la sua band, Omar Pedrini ha fatto tappa a Oria per un concerto coinvolgente e nostalgico. I fan di sempre, gli adolescenti degli anni ’90, quelli che hanno seguito il rocker bresciano in tutte le tappe della sua carriera – le due fasi dei Timoria  (con e dopo Renga) e la carriera solista, interrotta più volte dai noti problemi cardiaci dello zio rock– hanno potuto ascoltare brani storici come “Senza vento”, “Sole spento”, “Sangue impazzito”, veri e propri inni di quella ‘generazione senza vento’ che si identifica con i gusti musicali e l’atteggiamento verso la vita di Pedrini.

Ma non solo vecchi successi: il tour estivo di Pedrini, infatti, fa seguito all’uscita del nuovo album “Come se non ci fosse un domani”.

Pubblicato a maggio per la Warner Music Italia, “Come se non ci fosse un domani” è, nelle parole dell’autore, un disco di pancia,  in cui il rocker, partendo dalla sua esperienza personale, racconta delle inquietudini del nostro tempo. Un disco impegnato che parla a tutti, ma soprattutto alle nuove generazioni invitandole a non rassegnarsi, a non farsi imprigionare dalle paure e le invita all’azione e al cambiamento.

Sonorità anni Novanta con qualche ammiccamento agli anni Settanta, l’album affronta molti temi – amore, dolore, ricordo, ingiustizia,  libertà – in una parabola che si apre con i toni quasi apocalittici di “Come se non ci fosse un domani” e si chiude sulle note di speranza di “Sorridimi”.

Il disco vanta anche collaborazioni prestigiose: Ian Anderson (Jethro Tull) che suona il flauto in “Angelo ribelle”, Lawrence Ferlinghetti che scrive il testo di “Desperation Horse” e Noel Gallagher che presta a Pedrini la sua “Simple Game of a Genius” per la cover “Un gioco semplice”.

Recensioni tutte positive per “Come se non ci fosse un domani”, in attesa che anche le radio si ricordino di Pedrini e che comincino a trasmettere i suoi brani in modo che il messaggio dello zio rock possa  raggiungere i suoi veri destinatari, quelle nuove e generazioni troppo spesso assuefatte a una musica di facile consumo.

Maria Cristina Consiglio

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