“A casa nostra, a casa loro”: migranti e ospitalità

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Negli ultimi mesi, la questione dei migranti è percepita da molti italiani come “Il problema”; a leggere i vari commenti sui social sembra quasi che, eliminati gli sbarchi, l’Italia possa magicamente trasformarsi in un nuovo Eldorado. Le dichiarazioni pubbliche di alcuni esponenti politici, tra cui il ministro dell’interno Matteo Salvini e il ministro dei trasporti Danilo Toninelli, non fanno che aumentare la percezione pubblica, supportate dalla decisione di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius  e a tutte le Ong straniere.

Di contro, alcuni intellettuali, attori, politici, cantanti e scrittori hanno manifestato la propria disapprovazione per le politiche governative in merito. Emblematico il caso di Roberto Saviano che ha definito il Salvini “ministro della malavita” e Toninelli “burattino”. Parte dell’opinione pubblica, comunque, appoggia in pieno le scelte dell’esecutivo, accusando con toni a volte violenti quanti si dissociano dell’operato del Governo Lega-5stelle. Il dibattito è stato esacerbato dall’ultimo naufragio di un barcone di migranti nel Mar Mediterraneo, che ha visto tra le oltre 100 vittime anche tre bambini piccoli.

In seguito a questa tragedia l’associazione Libera di Don Ciotti ha promosso un’iniziativa di solidarietà, chiedendo a quanti volessero di indossare una maglietta rossa, come quella che le madri mettono ai propri figli prima di imbarcarli, nella speranza di renderli più visibili ai soccorritori in caso, appunto, di naufragio. In molti hanno aderito, volti noti della politica, della cultura e dello spettacolo e tanta gente comune, e hanno postato sui social network le proprie foto in maglietta rossa. Il Ministro Salvini ha fatto dell’ironia su questa scelta trasformando, di fatto, un’iniziativa di solidarietà civile in una questione politica e i suoi sostenitori si sono scagliati contro le magliette rosse chiedendo loro di ospitare i migranti a casa propria.

Contemporaneamente, la rivista Rolling Stone ha pubblicato una copertina con la bandiera della pace e la scritta “Noi non stiamo con Salvini”, all’interno un elenco di nomi di personaggi famosi che appoggiavano l’iniziativa editoriale. Alcuni di questi nomi, in verità, hanno smentito di aver dato il proprio assenso alla rivista, tra questi Enrico Mentana e il DJ Linus, che ha comunque ammesso di non votare il partito di Salvini e di non condividere le sue scelte in materia di immigrazione.

Prendendo spunto dalla copertina di Rolling Stone  e seguendo la contrapposizione “a casa nostra / a casa loro”, il quotidiano Il Tempo ha pubblicato un finto scoop, sostenendo di aver intervistato i vip dell’elenco e che solo 4 su 100 si erano detti disponibili a ospitare un migrante, tra questi Daria Bignardi, Stefano Fassina, Erri De Luca e Paolo Cento, ai quali, in verità, andrebbe aggiunto il senatore PD Nicola Latorre che ha messo a disposizione una sua casa vuota.

A parte che come cittadini noi tutti paghiamo le tasse per permettere allo Stato di occuparsi delle questioni pubbliche e che per i migranti esistono dei fondi europei vincolati, ciò che colpisce è come un quotidiano nazionale per fare un’inchiesta falsifichi una notizia perché, come lo stesso giornalista del tempo afferma nell’articolo, hanno chiamato gli interessati spacciandosi per operatori di una non meglio identificata Ong e hanno chiesto loro di ospitare in casa un migrante per sensibilizzare l’opinione pubblica. Alcuni degli intervistati, poi, hanno smentito quanto affermato dal giornale, come era già avvenuto per la cortina di Rolling Stone.

Il direttore di Radio Deejay, Linus, sul suo account Instagram ha raccontato la sua versione dei fatti sostenendo di aver interrotto la comunicazione con il sedicente operatore dell’Ong perché aveva capito che fosse uno scherzo dal tono usato per definire la questione. L’ex parlamentare di Possibile, Giuseppe Civati, dal canto suo, ha scritto un lungo post su Facebook per spiegare l’accaduto sostenendo di aver chiesto all’operatore di richiamarlo il giorno seguente quando, però, Il Tempo aveva già pubblicato il suo articolo. Citati, inoltre, ricorda ai suoi follower di aver già in passato aderito ad un’iniziativa del genere ospitando nel suo monolocale in affitto a Roma un rifugiato del Gambia con cui ha ancora rapporti di affetto e amicizia.

In una situazione come l’attuale, in cui il paese è spaccato in due e le fazioni opposte si inseguono sui social network tra sarcasmo e violenza verbale, i media, e quanti hanno responsabilità pubbliche, dovrebbero usare toni pacati e non istigare al cosiddetto hate speech, dando invece un esempio di tolleranza.

Foto Marina Militare

Maria Cristina Consiglio

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