The Next Generation – Short Film Festival 2019: il concorso di cortometraggi promosso dalla Fondazione “Pasquale Battista”

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Sono le geografie del mondo, metaforiche, fisiche e metafisiche, esplorate in ogni anfratto dell’anima e in ogni dettaglio del cuore, ad aver ispirato i quattordici finalisti della quarta edizione di di «The Next Generation – Short Film Festival 2019». Il concorso di cortometraggi – quasi un unicum ormai in Puglia, per la sua altissima qualità artistica – è promosso dalla Fondazione “Pasquale Battista”, ideato e diretto dall’Associazione «Alice in cammino e le arti», in partnership con Alice Area Arti EspressiveApulia Film Commission,Accademia del Cinema Ragazzi di Enziteto (con il patrocinio dell’assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia e del Comune di Bari). Dopo le prime tre edizioni, capaci di rivelare nuovi e originali talenti pugliesi della macchina da presa, il progetto è diventato ancora più ambizioso: il contest si è aperto infatti a tutti gli artisti residenti, domiciliati o nati in Italia, divenendo così una chance preziosa nel panorama nazionale dei videomaker emergenti e indipendenti del nostro cinema, sempre più vivo e pieno di fermento.

 

Dopo la prima fase di selezione, nella quale sono giunte ben 140 opere, la direzione artistica – composta da Tita Tummillo e Velia Polito – ha selezionato i magnifici 14 cortometraggi che si contenderanno i premi finali, con un montepremi totale, in palio, di cinquemila euro.Le serate clou di The Next Generation si svolgeranno giovedì 14 e venerdì 15 novembre al Cineporto di Bari (entrambe le serate a ingresso libero con inizio alle 19,30), durante le quali il pubblico potrà visionare su grande schermo le opere finaliste. Con una prestigiosa giuria che si esprimerà sui premi ultimi: quest’anno, a giudicare i cortometraggi finalisti, saranno Cosimo Terlizzi (presidente di giuria, regista, fotografo, performer, videoartista, scultore), Beatrice Fiorentino (giornalista e critico cinematografico), Simone Bozzelli (regista e autore), e Annalisa Zitodirettrice della Fondazione Battista, impegnata nella promozione di eventi artistici nazionali e internazionali.

«Dopo un lungo e complesso lavoro di visione e selezione dei corti – spiega la direzione artistica – siamo giunti al momento più atteso: la finale, in cui le opere filmiche selezionate saranno sottoposte alla visione della giuria che dovrà assegnare i seguenti premi: migliore corto,migliore regia e migliorare attrice/attore. La qualità artistica dei lavori è stata davvero elevata, e non è stato facile scegliere. Su 140 cortometraggi complessivi presentati, davvero tanti avrebbero meritato di superare la selezione. Tuttavia il festival ha un‘identità precisa, cerca sguardi insoliti, nuovi linguaggi e visioni, che in qualche modo afferrino il filo rosso della suggestione poetica di quest’anno: le geografie intese come spazi vitali e performanti, luoghi del reale e della metafora, perimetro di anime in cerca di ispirazione e raggio di un cerchio in perenne esplosione».

Molti i temi trattati all’interno di queste “Geografie”, tra i 14 corti finalisti: « Notturno », di Fabrizio Condino , offre uno sguardo profondo sulla solitudine; « Noi soli » di Francesco Alessandro Cogliati racconta il rapporto più profondo che si possa instaurare nella vita di chiunque; « Nooh » di Edoardo Bramucci affronta il tema dell’accoglienza, facendo entrare lo spettatore nell’immaginario di un piccolo bambino africano; « Departures » di Nicolas Morganti Patrignani riguarda le scelte coraggiose legate alla vita e alla morte di ognuno di noi; « Io non ho mai » di Michele Saia , è un apologo delle “geografie” degli affetti e dell’adolescenza; « Fino alla fine » di Giovanni Dota analizza le contraddizioni di una Napoli tutta da scoprire, tra la camorra, le sue regole e le leggi d’onore; « The stranger » di Antonio Stea è il racconto di un uomo estraneo a se stesso, al mondo e al proprio simile; « Humam » di Carmelo Segreto è incentrato su un immigrato algerino, costretto a fare i lavori più disparati in Italia per poter sostenere la propria famiglia; « Mon Amour Mon Ami » di Adriano Valerio è una delicata rappresentazione dell’indefinitezza dei sentimenti e della complessità degli stessi; « La strada vecchia » di Damiano Giacomelli incrocia affari di famiglia e imprevisti a cui la vita ti mette di fronte; « La Bête » di Filippo Meneghetti è dedicato al cinema dell’insolito e del fantastico, con una tensione sempre crescente; « Mapping Identity » di Antonio Ottomanelli cerca di raccontare in un’istantanea la Baghdad più nascosta; « Interview with Rossella » di Andrea Andolina analizza le dinamiche familiari di una signora anziana, con i suoi interessi e le proprie abitudini, fino a condurci ad un finale inaspettato, intenso e toccante; « Et in terra pacis » di Mattia Epifani è una storia di fantasmi e memorie rimosse di grande suggestione.
 

La sfida, dunque, è lanciata anche quest’anno, dalla Fondazione diretta da Annalisa Zito, che porta il nome di Pasquale Battista, noto studioso e intellettuale pugliese che ha dedicato la propria vita nella promozione culturale della sua terra. «Lo spirito di fondo del festival – spiegano Tummillo e Polito  è di offrire spazi di espressione e dare voce alla “generazione che verrà”, da intendersi non solo in senso anagrafico, ma anche in senso artistico: capace di portare visioni nuove, inedite, prive del legame obbligato e della prosecuzione lineare con il passato. Per questo abbiamo richiesto ai videomaker di offrire mappature del mondo contemporaneo, a partire dai suoi spazi: oggettivi, soggettivi, collettivi, individuali. “Geografie” – il tema scelto – non è che una suggestione poetica. Le geografie possono essere fisiche o metafisiche, reali o irreali, utopie, resistenze; e così gli spazi possono essere vuoti oppure contenere tutte le cose».

Ufficio stampa “The Next Generation” 

redazione

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