La Dama di Picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij dell’Hessisches Staatstheater di Wiesbaden in scena al teatro Petruzzelli di Bari

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Fondazione Petruzzelli:

 

La Dama di Picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij dell’Hessisches Staatstheater di Wiesbaden.

 

La Dama di Picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij dell’Hessisches Staatstheater di Wiesbaden è in programma al Teatro Petruzzelli, nell’ambito della Stagione d’Opera 2022 della Fondazione lirica pugliese sabato 15 e domenica 16 ottobre alle 18.00, martedì 18 e mercoledì 19 ottobre alle 20.30 e giovedì 20 ottobre alle 18.00.

 

L’elegante allestimento a cura del prestigioso centro d’arte musicale dell’Assia, (Germania centro occidentale) è una produzione firmata da Uwe Eric Laufenberg, ripresa da Silvia Gatto.

Dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli Michael Güttler, maestro del Coro della Fondazione Fabrizio Cassi.

Le scene sono di Rolf Glittenberg, i costumi di Marianne Glittenberg, il disegno luci di Andreas Frank, i video di Gèrard Naziri, le coreografie di Myriam Lifka.

A dar vita all’opera saranno: Elena Bezgodkova (Lisa 15,18,20 ottobre) Ekaterina Sannikova (Lisa 14, 16, 19 ottobre), Aaron Cawley (Hermann 15, 18, 20 ottobre) Ivan Momirov (Hermann 14, 16, 19 ottobre), Romina Boscolo (La Contessa), Thomas de Vries (Tomskij), Benjamin Russell (Il Principe Eleckij), Silvia Hauer (Polina), Donata-Alexandra Koch (Masha), Erik Biegel (Cekalinskij), Marek Reichert (Surin), Julian Habermann (Chaplickij), Raffaele Pastore (Il Cerimoniere), Mikhail Biryukov (Narumov). Danzatori: Gabriele Ascani, Manuel Gaubatz, Cara Remke, Josefine Rau, Carla Peters, pianista Julia Palmova.

Con il prestigioso Teatro d’Opera di Wiesbaden la Fondazione Teatro Petruzzelli ha dato il via ad un proficuo percorso di collaborazione culturale che prenderà il via nel mese di maggio con la rappresentazione in Germania della nuova produzione di Aida per la regia di Mariano Bauduin che ha riscosso un successo strepitoso (tutte le date sold out) al suo debutto in Puglia.

Lo spettacolo dipinge il quadro di una società decadente, dominata da denaro e potere, in cui l’amore non trova spazio. Il plot incorpora elementi della novella di Aleksandr Puškin su cui si basa il libretto. La storia, attraverso sfumature psicologiche di grande profondità, descrive come Hermann diventi lentamente e inesorabilmente dipendente dal gioco, fino a dimenticare il motivo stesso per cui ha cominciato a giocare: il suo amore per Lisa.

Biglietti in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli, aperto dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 e la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00 e su www.vivaticket.it

Informazioni: 080.975.28.10, www.fondazionepetruzzelli.it

E-mail: botteghino@fondazionepetruzzelli.it

 

 GIOCO E DESTINO

 

NOTE DI REGIA DE LA DAMA DI PICCHE

 

di Constantin Mende

 

Nel racconto di Aleksandr Puškin, da cui è tratta l’opera lirica La dama di picche, le cose sono piuttosto chiare: Hermann non desidera altro che far carriera. A tal fine “s’infiamma” d’amore per Lisa in modo strategico, per avvicinare più facilmente la Contessa e scoprire il segreto del “gioco delle tre carte”, garantendosi così in modo rapido un grande successo sociale e la ricchezza finanziaria. Insomma, un piano freddamente calcolato. Ma Čajkovskij non la pensa allo stesso modo: diversamente nell’opera, al principio degli eventi, il protagonista – da considerarsi molto vicino al compositore per la sua tormentata vita interiore – prova per Lisa un sincero amore, sentimento che lo colpisce fatalmente. Allo stesso tempo però è consapevole di fantasticare su di un rapporto irrealizzabile. Lisa è già fidanzata con il Principe Eleckij e pertanto ad un livello socialmente irraggiungibile per lui. Difatti anche se la volontà di elevarsi è nutrita dal suo amore incondizionato, ad Hermann tocca ammettere che si tratta di un progetto che non può decollare nelle sue attuali condizioni sociali. A causa della sua povertà ha sempre condotto una vita da outsider e solo osservato il gioco d’azzardo, subendone il fascino pur senza parteciparvi attivamente. Ora però si trova costretto ad entrare nel gioco in prima persona. Non può di certo dirsi il tipo di giocatore che lo fa solo per divertimento, è deciso a vincere. «Ci sono due tipi di giocatori», si legge nel racconto di E. T. A. Hoffmann Il giocatore fortunato tratto dalla raccolta I fratelli Serapione, opera letteraria strettamente legata a La dama di picche, «Ad alcuni il gioco in sé, senza tener conto del guadagno, procura un piacere misterioso e indescrivibile. […] Altri invece hanno davanti a sé il solo scopo del profitto e dunque considerano il gioco un mezzo per arricchirsi rapidamente». Paradossalmente, è proprio questa qualità che in seguito trascinerà Hermann nella spirale del gioco e gli farà dimenticare tutto ciò che è al di fuori di quel mondo.

Ad ogni modo ciò che caratterizza le varie tipologie di giocatori non può essere attribuibile ai soli tratti caratteriali, ma bensì ad una questione di classe. Solo un ceto ricco e socialmente superiore può permettersi il lusso di scommettere – a volte anche perdere – molto denaro al semplice scopo di passare il tempo.

Sebbene il gioco d’azzardo eserciti un fascino quasi proibito sulla classe da cui proviene Hermann proprio per i profitti che in teoria se ne potrebbero ricavare, lasciarvisi trascinare per un membro di questa classe significa rischiare la propria stessa esistenza.

Parlando in termini razionali, giocare d’azzardo per vincere è piuttosto assurdo. Anche se il vantaggio del banco nel pharo – il gioco d’azzardo che dal XVII secolo ha conquistato buona parte dei casinò europei – è estremamente ridotto, tuttavia alla fine il banco vince sempre. Dunque, se si vuole giocare per vincere si deve necessariamente forzare la fortuna e questo non è di certo un processo naturale né giusto. La famigerata “carta favorita”, quella che vince sempre, viene conquistata grazie ad un patto con il soprannaturale, come accade ne Gli elisir del diavolo di E. T. A. Hoffmann. Hermann ne è consapevole. Solo quando si sente fortemente spinto dal suo sentimento d’amore, decide di entrare nel gioco. Per estensione il “gioco” è da intendersi anche quello “delle parti” all’interno della società, che si tratti della conquista di un rango, del potere, dell’onore o di una posizione. Tutti gli attori di questa pantomima sociale non sembrano recitare un solo ruolo e la delicatezza, la sincerità dei sentimenti che Hermann prova per Lisa non trovano alcuno spazio in questo complesso e spietato meccanismo.

Solo nell’opera come nella rappresentazione in prosa del dramma si può raccontare di un mondo utopico in cui è possibile vivere l’amore vero. Solo nella pura illusione che il teatro sa creare può esistere un mondo che sappia andare oltre i meccanismi e le ipocrisie sociali.

Hermann e Lisa avrebbero potuto minare questa farsa, decostruire dall’interno il “gioco della società” e realizzare il proprio amore ignorando di proposito tutto questo. Ma l’onnipotenza delle regole è così grande da farle percepire perfino come leggi di natura. In questo contesto quindi il gioco d’azzardo assume una duplice funzione metaforica. Da un lato è sinonimo di destino, che con la sua ineluttabilità assegna a ciascuno per nascita un posto preciso nella società. Anche nella mentalità di Čajkovskij e ancor più nell’autocrazia zarista, il rango con cui una persona veniva al mondo era determinato dal destino, infatti lo Zar riceveva l’investitura da Dio. Seguendo questa logica è quindi necessario prendere il proprio posto nella società e semplicemente accettarlo. L’unica possibilità di scardinare il sistema in una società di questo tipo è offerta da una sorta di “controprogetto”, che trova espressione nel secondo significato della metafora: il caso.

Nel gioco d’azzardo ad eccezione del banco, le probabilità sono le stesse per ogni giocatore. In questo è simile alla rappresentazione del modello di liberalismo. Come si è detto tuttavia, la posta in gioco muta in rapporto alle diverse classi dei giocatori. Per chi è in ascesa diventa un problema esistenziale, per chi è già in alto e vive il gioco come passatempo si tratta solo di “noccioline”.

Più i livelli di una società si mostrano impenetrabili, più la “fortuna” diviene un fattore importante, se non l’unico, per poter operare un riscatto. Intraprendere il percorso che porti rapidamente dagli “stracci alla ricchezza” non richiede particolari capacità personali: tutto dipende esclusivamente dal caso. Ciò non lascia a chi intende tentare una “scalata sociale”, altra opzione se non quella dell’azzardo al tavolo da gioco sperando nella fortuna, esattamente come Hermann è costretto a fare. Questa realtà non può essere cambiata, poiché – e qui il pensiero fatalista di Čajkovskij trova piena espressione – persino l’ascesa sociale è inevitabilmente determinata dal destino, così come ogni altro aspetto della vita. Ciò che accade ad Hermann quando comincia la sua discesa nella spirale del gioco è interessante non solo dal punto di vista psicologico, ma anche nella sua dimensione sociologica. Pur essendo consapevole di quanto diabolico sia il fascino del gioco, se ne sente irrimediabilmente attratto con l’irreale convinzione di poterlo sovvertire in suo favore grazie alla conoscenza del “segreto”, qualcosa in grado cioè di minarne la casualità. Intrappolato in questa illusione, dimentica il vero motivo per cui ha iniziato a giocare: l’amore per Lisa. Questa nuova smania infatti lo assorbe del tutto e gli fa

perdere infine il legame con le cose fondamentali, come Lisa o come la sua stessa vita. L’Hermann deciso ad utilizzare il gioco come mezzo per raggiungere il fine di accedere alla vita che desiderava, diviene qualcuno per cui il gioco diventa un fine e per questo perde ogni cosa.

 

LA DAMA DI PICCHETrama dell’opera.

 

ATTO PRIMO

Quadro primo | Nel Giardino d’estate di San Pietroburgo, a primavera sul finire del XVIII secolo.

Mentre passeggiano, i due ufficiali Surin e Čekalinskij conversano un po’ incuriositi dallo strano comportamento del loro amico Hermann, un ufficiale di origini tedesche con pochi mezzi ma di grande ambizione, che ogni notte frequenta la sala da gioco sebbene solo da osservatore: la sua povertà infatti non gli permette di prendervi parte attiva pur essendone molto attratto. In quel momento giunge proprio Hermann in compagnia del Conte Tomskij al quale sta raccontando del suo disperato amore per una nobile fanciulla – della quale però ignora il nome – che si accompagna sempre ad un’anziana signora. Sopraggiunge anche il Principe Eleckij che con grande gioia annuncia le sue prossime nozze e mentre i presenti si congratulano con lui, entra Lisa in compagnia dell’anziana Contessa, sua zia. La fanciulla che Hermann ama è dunque la promessa sposa del Principe, una sorpresa che sgomenta un po’ tutti; tra il giovane Hermann e la Contessa sembra inoltre scattare un vago senso di disagio. Dopo che le due donne e il Principe si avviano e mentre in lontananza si sente arrivare un temporale, Tomskij racconta ad Hermann che la misteriosa Contessa, soprannominata “la dama di picche”, era un tempo bellissima e un’accanita giocatrice. Pare avesse scoperto il segreto delle tre carte per vincere al gioco e che grazie a questo avesse salvato le sue finanze in dissesto. Avrebbe poi rivelato il segreto a suo marito e ad un amante, ma si dice che uno spettro l’abbia messa in guardia con una tremenda rivelazione: sarà uccisa dalla terza persona che le estorcerà il segreto. Scoppia intanto il temporale e mentre tutti corrono al riparo, Hermann promette a se stesso di conquistare Lisa portandola via al Principe.

Quadro secondo | Nella casa della Contessa.

Mentre Polina ed altre sue amiche cantano gioiosamente al clavicembalo, Lisa appare pensierosa. Entra la governante francese lamentandosi della gioia troppo chiassosa delle ragazze. Una volta rimasta sola, Lisa non può fare a meno di pensare ad Hermann del quale ricambia l’amore, seppur rassegnata a sposare il Principe Eleckij. Mentre la fanciulla è immersa nei suoi pensieri, appare alla finestra del terrazzo rimasta aperta proprio il giovane Hermann, che si getta ai suoi piedi dichiarandole disperatamente il suo amore. La fanciulla è spaventata dalla veemenza del giovane ma alla fine cede. Insospettita dagli strani rumori, la Contessa bussa alla porta: Lisa cerca di nascondere in fretta Hermann e una volta uscita l’anziana zia, i giovani possono dichiararsi liberamente amore reciproco. Prima di congedarsi, Hermann esprime ancora la dolcezza dei suoi sentimenti, ma anche una velata ossessione di scoprire il segreto delle tre carte.

 

ATTO SECONDO

Quadro terzo | Durante un ballo in maschera nel palazzo di un ricco dignitario.

Il giovane Hermann appare cupo e pensieroso. È più che mai intenzionato a fuggire con Lisa, perciò deve proprio impadronirsi del segreto delle tre carte, ma per questa sua ossessione i compagni ufficiali lo prendono in giro. Giunge Lisa al braccio del Principe Eleckij, il quale avverte l’imbarazzo della fanciulla e nobilmente si dice disposto a rinunciare a lei pur di non ostacolare i suoi desideri. Intanto il Cerimoniere annuncia l’evento centrale della festa: una pastorale dal titolo La fedeltà delle pastorelle alla quale tutti gli invitati assistono. Hermann incrocia lo sguardo dell’anziana Contessa e inspiegabilmente sussultano entrambi. Cedendo poi alle insistenze di Hermann, Lisa gli consegna le chiavi di una porta segreta che conduce alla stanza di sua zia, spiegandogli anche come fare da lì a raggiungere la sua stanza. La fanciulla sa che l’indomani potranno incontrarsi indisturbati poiché sua zia non sarà in casa. Hermann è invece deciso ad incontrare la Contessa quella stessa notte per carpirle l’agognato segreto. In quel momento fa il suo solenne ingresso l’Imperatrice di tutte le Russie: Caterina II.

 

Quadro quarto | Nella camera da letto della Contessa.

Hermann usa la porta segreta per entrare non visto nella stanza da letto della Contessa e si nasconde. Mentre le damigelle preparano l’anziana per la notte, Hermann sofferma il suo sguardo sul ritratto della Contessa da giovane sentendo di essere legato alla “Venere moscovita” da uno strano destino. La Contessa lasciandosi trasportare dai ricordi della sua gioventù a Parigi, intona un’aria di Grétry e si addormenta; in quel momento Hermann sbuca fuori dal suo nascondiglio e la donna si sveglia di soprassalto. Il giovane le chiede con veemenza di rivelargli il segreto, ma lei ammutolita dal terrore, tace. Hermann allora la minaccia con una pistola e l’anziana donna per lo spavento cade a terra morta senza rivelargli nulla. Lisa, allarmata dal rumore, accorre nella stanza e incredula vede il suo amato stupefatto con l’arma ancora in mano accanto al corpo esanime della zia. Senza chiedergli spiegazioni, lo scaccia brutalmente.

 

ATTO TERZO

Quadro quinto | In caserma, nella camera di Hermann.

Il giovane ha ricevuto una lettera di Lisa che gli scrive di credere alla sua innocenza, chiedendogli inoltre di poterlo incontrare sulla riva del fiume la sera stessa per chiarirsi su quanto accaduto. Dalla finestra le ombre rapide delle nuvole che coprono la luna fanno tornare in mente al giovane ufficiale il funerale della Contessa: è ossessionato dall’idea che il cadavere della donna gli abbia strizzato l’occhio dalla bara. Proprio in quel momento gli appare lo spettro della Contessa, la quale in cambio della promessa di sposare la nipote, rivela ad Hermann l’ambìto segreto delle tre carte vincenti: tre, sette, asso.

Quadro sesto | Verso la mezzanotte, sulla riva del Canale d’inverno.

Lisa passeggia sulla riva in trepidante attesa del suo amato. All’ora convenuta Hermann giunge all’appuntamento e per breve tempo si lascia andare all’emozione di essere lì con Lisa. Subito dopo però la smania di arricchirsi e di vincere grazie al segreto appena ricevuto si impossessa di lui, spingendolo ad abbandonare la fanciulla per correre al tavolo da gioco. Lisa tenta con ogni mezzo di convincerlo a rinunciare, ma Hermann la respinge con fermezza e si allontana in fretta. Lisa compreso che ormai tutto è perduto, si toglie la vita gettandosi nel fiume.

Quadro settimo | Nella sala da gioco.

Un gruppo di giovani ufficiali si diverte tra gioco, bevute, canti e risate. Fra i presenti si trova anche il Principe Eleckij in cerca di un po’ di svago poiché Lisa ha deciso di rompere il loro fidanzamento. Giunge Hermann che pallido e turbato chiede di partecipare al gioco tra la sorpresa generale. Vedendolo Eleckij viene subito assalito dalla gelosia. Hermann fa le prime due puntate vincendole entrambe. Una volta verificato che il segreto funziona davvero, il giovane decide di rischiare tutto ciò che ha vinto puntando per la terza volta e sfidando tutti a batterlo con discorsi sconnessi e deliranti. Nessuno dei presenti intende partecipare viste le circostanze, ma spinto dalla gelosia il Principe Eleckij raccoglie il guanto della sfida. Hermann è talmente sicuro di aver ricevuto la carta vincente da non guardarla nemmeno ma bensì annunciando: “Asso!”; purtroppo però appare la dama di picche, sul viso della quale gli pare di cogliere il ghigno dell’anziana Contessa. Conscio di essere ormai rovinato, Hermann si suicida pugnalandosi sotto gli occhi di tutti e prima di spirare chiede perdono all’amata Lisa.

Redazione

 

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