Bari, cosa non ha funzionato in questa stagione

0
88

 Bari, cosa non ha funzionato in questa stagione

 

Concluso il capitolo vincente del campionato cadetto, con il Parma ad un passo dal chiudere i giochi, l’attenzione si concentra su altre zone della classifica, come la lotta secondo posto/playoff e quella playout, laddove ci sono diverse squadre in lotta. Per districarsi un po’ di più dalla confusione delle due battaglie e tentare di schiarirsi le idee, è bene sempre dare uno sguardo al calendario delle diverse squadre da qui alla fine e alle previsioni degli esperti del settore, con tutte le quote e promozioni sulla Serie B aggiornate. Certamente tra le deluse di questa annata c’è il Bari.

 

Cosa non ha funzionato rispetto alla scorsa stagione

 

Cessioni pesanti, su tutte quelle di Cheddira, Folorunsho e Caprile. Acquisti poco determinanti come Jeremy Menez. Troppi avvicendamenti in panchina, scarsa personalità e lacune strutturali del collettivo. Il Bari che avrebbe dovuto puntare addirittura al salto di categoria, si ritrova a lottare per un piazzamento che possa escludere l’incubo retrocessione. L’addio dei pezzi pregiati non è stato rimpiazzato con innesti all’altezza della categoria, così come il calciomercato in entrata ha deluso le attese della piazza e della dirigenza. A pagare sono sempre gli allenatori e il disimpegno, voluto o involontario, della squadra è crollato sulle spalle dei tre tecnici che si sono avvicendati in panchina. L’ultimo a subire l’onta dell’esonero, un leader come Beppe Iachini, ha collezionato solo 8 punti in 10 gare (sconfitte casalinghe con Sampdoria e Cremonese). Succede così, che a un passo dalla fine, l’acqua salga alla gola, pericolosamente.

 

Nel complesso, la squadra ha sofferto clamorosamente degli sbalzi caratteriali di quasi tutta la rosa. Nei frangenti in cui sembrava che il collettivo avesse imboccato la strada giusta, si sono sempre succedute pericolose involuzioni. Reazione ai momenti difficili: poche. Così come marginali sono apparse le iniziative dei singoli, con l’eccezione di alcuni atleti come Sibilli, chiamati implicitamente a portare il peso del gioco e delle giocate con iniziative personali. Un solo calciatore può diventare il faro della squadra se, e solo se, supportato dalla squadra stessa. A pagare dazio più degli altri reparti c’è stato sicuramente il pacchetto in mediana. È mancato il ritmo a centrocampo. Benali, ottimo gestore di palla, difficilmente ha cercato la profondità con il lancio, e ha mostrato in genere poca propensione a  spaccare la mediana avversaria con iniziative individuali. Questione mezzali: Maita è stato l’unico in grado di recuperare e ripartire mentre Edjouma o Lulic, buoni palleggiatori con fisicità all’altezza, non hanno contribuito con l’intensità giusta che serve in serie B. L’attacco ha sofferto il supporto marginale offerto dal centrocampo, relegando i biancorossi tra i reparti offensivi più sterili della categoria.

 

Interventi possibili per il prossimo campionato

 

La soluzione ai problemi del Bari è quella di sempre. La stessa che ogni club lungimirante possa attendersi. Una programmazione seria e ambiziosa: il desiderio di una piazza esigente come quella biancorossa, desiderosa di giocare nella categoria che merita. L’attenzione si sposta sulle due variabili principali che comportano il successo o l’insuccesso di un club: la guida tecnica e il collettivo. Tra i due, sembra che la vera scossa debba riguardare la rosa e l’undici in campo. Secondo alcuni, se nemmeno un top come Iachini è riuscito a smuovere il carattere del gruppo, è probabile che sia proprio il gruppo a dover essere rifondato. Parlare di nomi su entrambi i versanti è tuttavia prematuro. Con la squadra che galleggia sulla zona playoff/retrocessione, non sembra opportuno, né concreto, avanzare alternative in panchina o in mezzo al campo. Occorre attendere l’ultima di campionato. La programmazione ripartirà esclusivamente da quel giorno.

Eleonora Gagliano Candela

 

LASCIA UN COMMENTO