Walid Cheddira e SSC Bari a sostegno di ‘PG4I’

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Pomeriggio speciale per Walid Cheddira che ieri, dopo la seduta di allenamento, si è recato presso il Centro Culturale Abusuan per un saluto ai giovani migranti ospiti della struttura e portare il sostegno biancorosso al progetto di ricerca “Persasive Game For Integration…per una sana integrazione”*, progetto che vede protagonista l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro nella realizzazione di numerose attività finalizzate alla messa a punto del primo prototipo di serious game sul gioco del calcio finalizzato all’apprendimento multilingue per i migranti sul tema salute e benessere.

Dopo l’iniziale timidezza, l’entusiasmo ha preso il sopravvento e tra foto selfie, autografi e dediche, l’attaccante italo-marocchino si è raccontato a cuore aperto, condividendo con i giovani presenti il pensiero costante che lo accompagna da sempre, da quando inseguiva il pallone per i campi polverosi delle provincie marchigiane: ‘Credere sempre nel proprio sogno e lavorare ogni giorno sui piccoli passi per avvicinarsi ad esso’.

Il progetto “Persasive Game For Integration…per una sana integrazione”

Nello specifico, PG4I mira a promuovere l’inclusione sociale attraverso l’utilizzo di giochi digitali, i persasive games, che consentono di acquisire la padronanza delle lingue straniere e al tempo stesso la consapevolezza del proprio stato di salute e l’autonomia nella fruizione dei servizi di cura. Per la validazione del prototipo di gioco sono stati coinvolti i migranti minori ospiti del Centro Culturale Abusuan che, da decenni, opera sul territorio locale grazie alle iniziative di integrazione e inclusione portate avanti dal suo Presidente Koblan Amissah.

Il progetto si colloca nell’ambito del bando Horizon Seeds, finanziato dall’Unione Europea che vede protagonista appunto l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e nello specifico le aree di Medicina, Informatica, Lingue Straniere, Pedagogia e Scienze Politiche in un lavoro di contaminazione di saperi e di condivisione di esperienze. I Responsabili di Progetto, Prof. Loreto Gesualdo e Prof.ssa Teresa Roselli vantano già una collaborazione in riferimento all’utilizzo delle tecnologie per l’inclusione dei migranti nell’ambito medico. Nel progetto PG4I questa sinergia si è arricchita dell’apporto della Prof.ssa Giovanna Devincenzo e del Prof. Pierpaolo Martino, docenti dell’area linguistica.

L’idea di utilizzare il calcio come mezzo di inclusione nasce proprio dall’interesse intercettato sin da subito tra i potenziali utenti target del progetto, giovani migranti provenienti soprattutto dal continente africano. Il calcio per questi ragazzi incarna evidentemente il sogno e la speranza di una chance nella vita, di una chiave di svolta che può cambiare tutto in meglio.

Redazione

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