Se l’arte si prostituisce

0
1165

Ricco, vivo, coinvolgente, ironico, divertente e drammatico. Le tre ore e più di spettacolo lasciano lo spettatore nel pieno del desiderio, come deve accadere in un’opera degna o durante un approccio sensuale. Finalmente a Bari “Dignità autonome di prostituzione”, di  Luciano Melchionna (dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna), già vincitore del  Golden Graal 2008. 

Nel foyer si aspetta ansiosi per la prestazione, un bicchiere di vino in una mano, i dollarini nell’altra. Si entra seguendo una voce tintinnante e comincia il turbinio musicale (ottimi gli arrangiamenti e la selezione, splendide le voci). Ci viene spiegato come contrattare e si comincia il gioco divertiti, felici di essere mobili, attivi, partecipanti partecipati. La Russa, Il fantasma, Wanda, Il gigolò, per citare solo alcuni dei dirompenti monologhi, ci lasciano senza fiato per la forza drammaturgica dell’interpetazione, mentre sullo sfondo scenari improbabili (dopolavoro ferroviario, camerini, stanzette del teatro…) ci fanno sentire avventori stregati, in balia di un desiderio maidel tutto appagato. Sul palco centrale vanno in scena danze e musica, con attori e spettatori ancora insieme, inscindibili. E proprio quando si è pronti a darsi completamente a questo gioco promiscuo… tutti insieme per il gran (fantastico) finale! Peccato, è solo l’1.30. Sono passate solo più di tre ore. E allora non resta che cercare un biglietto per il giorno dopo, sperando di poter contrattare ancora con gli altri/le alter prostitute/prostitute. Ammaliati.

Redazione

LASCIA UN COMMENTO