Roberto Herlitzka legge Dante Alighieri alla Vallisa di Bari

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Roberto Herlitzka, l’Aldo Moro di «Buongiorno notte» per Marco Bellocchio e cardinale gourmet nella «Grande bellezza» di Paolo Sorrentino, legge Dante Alighieri nell’Auditorium Vallisa, sabato 16 dicembre (ore 21), per la rassegna «Le direzioni del racconto» della Compagnia Diaghilev (info e prenotazioni 3331260425).

 

Il pluripremiato attore torinese di origini morave, volto spigoloso e dolcissimo che si direbbe cesellato nel legno, interpreta sette canti dall’Inferno, dal Purgatorio e dal Paradiso della Divina Commedia per celebrare la lingua italiana. «Una lingua, quella di Dante, per la quale ho una grandissima nostalgia, perché oggi non facciamo altro che distruggerla con inglesismi e storpiature», ammonisce Herlitzka.

La «Lectura Dantis» si aprirà con il Canto III dell’Inferno, quando Dante e Virgilio giungono alla porta dell’eterna condanna e, traghettati da Caronte sul fiume Acheronte, incontrano gli ignavi, tra cui Celestino V.

Herlitzka porterà l’uditorio nel secondo Cerchio con gli endecasillabi del Canto V che narrano dell’incontro con Minosse, i lussuriosi e Paolo e Francesca, morti violentemente per amore. E poi il salto, con i versi del Canto XV, nel terzo girone del settimo Cerchio, dove vengono puniti i violenti contro Dio (tra cui i sodomiti) e dove Dante e Virgilio incrociano Brunetto Latini.

Con le terzine del Canto XXVI Herlitzka declamerà le punizioni dei consiglieri fraudolenti e l’incontro con Ulisse e Diomede, avvolti dalla stessa fiamma, prima di affrontare nel Canto XXXIII, l’ultimo dell’Inferno – quando Dante sente il vento prodotto dalle ali di Lucifero – i traditori della patria, il conte Ugolino e frate Alberigo.

Del Purgatorio Herlitzka ha scelto il Canto XXX, quello dell’apparizione di Beatrice, che rimprovera aspramente Dante per il traviamento etico e filosofico, e del commuovente commiato del Sommo Poeta da Virgilio, prima di chiudere con l’ultimo episodio della Divina Commedia, il Canto XXXIII del Paradiso, quando Dante fissa lo sguardo nelle mente di Dio in una visione dell’unità dell’Universo.

redazione

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