Quale il futuro per i teatri a Molfetta? Dal 15 giugno i teatri potranno riaprire

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A Molfetta nasce il Coordinamento dei teatri per fronteggiare la grave crisi economica scaturita dalle chiusure imposte dall’emergenza Coronavirus e dalle stringenti misure previste per la loro riapertura.

Nasce a Molfetta il Coordinamento delle compagnie professionistiche e dei lavoratori dello spettacolo che gestiscono i cinque spazi di spettacolo dal vivo presenti in città: La Cittadella degli Artisti, gestito dal Teatro Kismet, l’Auditorium Regina Pacis, gestito dal Teatro dei Cipis, SpazioLeArti del Teatrermitage, il Teatro del Carro del Carro dei Comici e Pro Loco Babilonia di Malalingua, a cui si aggiunge Arterie Teatro con la sua sede.
Un Coordinamento caratterizzato dalla presenza di operatori teatrali che vivono di teatro, producono spettacoli dal vivo, si occupano di formazione teatrale e programmano eventi negli spazi teatrali che gestiscono. Operatori che hanno deciso di investire risorse finanziarie nell’allestimento di tali strutture in cui svolgono le loro attività, che non sono occasionali, ma sono programmate tutto l’anno, che vivono di soli incassi e che quindi con grandi difficoltà si sostengono. Attività offerte al pubblico molfettese ma anche ad un pubblico proveniente da altre città.
Un pubblico vasto ed eterogeneo costituito da bambini, ragazzi, giovani, adulti ed anziani e da tutte le scuole cittadine che si misura in diverse migliaia di presenze annuali.
Un pubblico non anonimo con cui hanno intessuto solidi rapporti di comunità, a cui hanno offerto grandi opportunità di crescita culturale e che riconosce il teatro, e la cultura in genere, come un bene comune e necessario.
Sono trascorsi 99 giorni da quell’8 marzo che ha segnato la chiusura dei teatri e un vuoto culturale.
Da quel dì, queste compagnie e questi spazi versano in una situazione di crisi. Da marzo hanno perduto numerose commesse di lavoro e non hanno potuto concludere né la programmazione delle loro stagioni, né i laboratori di formazione in sede, né tutti i loro progetti, con un danno economico notevole per artisti, tecnici, organizzatori, scenografi, ecc., cioè per tutti coloro che dispiegano il loro lavoro nella produzione e nella organizzazione di spettacoli e di attività di formazione.
E come se non bastasse queste compagnie hanno dovuto e dovranno farsi carico delle ineludibili spese di gestione degli spazi (fitti, utenze, ecc.) dal mese di marzo per oltre un anno, probabilmente fino alla regolare riapertura prevista presumibilmente dopo l’estate 2021.
Dal 15 giugno con la possibilità di riaprire i teatri, giunge un primo segnale nella direzione di un’auspicata ripresa del settore. Ma non è così. Anche a Molfetta, come quasi dappertutto, i teatri resteranno chiusi. I protocolli imposti sono troppo restrittivi e ne rendono la gestione insostenibile.
Per scongiurare l’inevitabile e disastrosa chiusura definitiva di queste strutture, preziosi presidi culturali della città, nasce il Coordinamento che è al lavoro per elaborare una progettualità comune di azioni e proposte concrete che permetta al comparto di superare il prossimo anno, che si presenta difficilissimo, ridisegnando nuovi scenari di attività rivolte alla città in un’ottica auspicata di condivisione con l’amministrazione comunale.
Di fatto, nonostante siano stati varati alcuni provvedimenti ed altri sono in arrivo da parte del Governo e della Regione tendenti a ridurre l’impatto drammatico sull’economia del comparto, tali interventi, se resteranno soli, non basteranno a compensare le perdite subite. Il lockdown e tutte le sue conseguenze, incluso il prolungarsi della chiusura, minano profondamente, la sopravvivenza di questi presidi culturali e sociali che possono invece essere di supporto all’istituzione comunale.
Giacchè il teatro per la sua funzione sociale costituisce la cura per la ricostruzione di una comunità ferita.
Bisogna scongiurare la chiusura di questi luoghi di programmazione culturale che porterebbe da un canto alla dissoluzione del patrimonio artistico immateriale di questa città e dall’altro al repentino impoverimento culturale della stessa.
Nell’ottica di una progettualità a medio/lungo termine, il Coordinamento, si pone in dialogo con l’amministrazione comunale, e si dichiara pronto a mettere al servizio della città tutta l’esperienza e la competenza maturata dai singoli e a dispiegare congiuntamente le proprie forze guardando anche all’estate che rappresenterebbe, tuttavia, solo la prima fase di ricostruzione: primo passo per riannodare finalmente con il pubblico quei fili spezzati dalla pandemia.

Redazione

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