«Le ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce», il ciclo della Grande Arte al Multicinema di Bari

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Martedì 27 e mercoledì 28 novembre (16.15 – 18.30 – 20.40 – 22.45) prosegue il ciclo della Grande Arte al Multicinema Galleria di Bari (infotel: 080.521.45.63), con un altro grande film evento: «Le ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce» è uno straordinario docufilm, con la regia di Giovanni Troilo, dedicato a Claude Monet, padre dell’Impressionismo, e alla sua ossessione per le ninfee. 

 

Il film condurrà il pubblico a Parigi, tra il Musée Marmottan, il Musée de l’Orangerie e il Musée D’Orsay, Giverny con la Fondation Monet (la casa e il giardino dell’artista), e tra i magnifici panorami di Étretat. A guidare gli spettatori alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende del maestro, ci sarà l’attrice Elisa Lasowski («Il trono di Spade» e «Versailles»), mentre la consulenza scientifica sarà affidata allo storico e scrittore Ross King, autore del best seller «Il mistero delle ninfee. Monet e la rivoluzione della pittura moderna»edito in Italia da Rizzoli. Tra gli altri interventi preziosi, ci sarà la fotografa fiamminga Sanne De Wilde e la giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron. La colonna sonora originale del film è firmata da Remo Anzovino.

 

Attraverso tutte queste voci e suoni, scopriremo così come Monet riemerga dalla depressione che lo ha portato ad abbandonare la pittura e decida di dedicarsi anima e corpo alla sua impresa più colossale: la Grand Décoration. Enormi pannelli raffiguranti il suo stagno di ninfee, talmente avvolgenti che lo sguardo dello spettatore si perde in un’atmosfera di serenità e pace. Seguendo il percorso della Senna, partiremo da Le Havre, dove Monet trascorre il primo periodo della sua vita artistica, risalendo il fiume verso gli altri paesi dove ha dimorato, per dimostrare quanto innovativo, radicale e moderno sia il suo approccio all’arte e quanto spasmodica la sua ricerca dell’elemento acquatico: Poissy, Argenteuil, Vétheuil, Giverny. Qui, recluso nel suo giardino, mentre piovono le bombe della Prima Guerra Mondiale, Monet insegue ossessivamente il suo sogno di eterna gloria, e dipinge senza tregua la sua opera di resistenza e di pace. A Parigi, nel Musée de L’Orangerie, la sua speranza trova finalmente il giusto compimento, nelle magnifiche sale ovali da lui stesso disegnate. Qui, nel maggio del 1927, l’amico George Clemenceau inaugura finalmente il museo dedicato alla Grand Décoration.

 Ma Claude Monet è morto appena cinque mesi prima. Non vedrà mai la sua opera compiuta, né conoscerà l’impatto che ha avuto sul pubblico. Ma l’opera più ardita di Monet, quella nella quale ha profuso gli ultimi dodici anni della sua vita e le sue ultime energie, viene accolta con disprezzo dai francesi. Solo trent’anni più tardi, le Ninfee di Monet varcheranno uno stagno più grande, l’Oceano Atlantico, e invaderanno gli Stati Uniti, insieme a tutta la sua produzione, decretando così – questa volta per sempre – il successo di uno straordinario genio.

redazione

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