L’Arma traduce in musica il primo pizzino della criminalità

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Giovedì 18 luglio, nella piazza antistante l’antica casa di reclusione, alla presenza di un nutrito pubblico, si è tenuto l’incontro dal titolo: “il contrasto alla criminalità in Puglia, una sfida lunga un secolo”.

    

 

Oltre a Stefano de Carolis autore del saggio dal titolo “Con un piede nella fossa” storie di camorra Barese 1861-1914, della LB edizioni, sono intervenuti: Teresa De Carolis, assessore alla cultura del Comune di Turi, Rosa Musicco, direttrice della Casa di Reclusione di Turi, Flavio Romito, avvocato e presidente dell’Associazione Forense Italiana, e Paolo Comentale, scrittore e marionettista del Teatro di Pulcinella di Bari. L’incontro è stato moderato da Mimmo Leogrande, docente di statistica presso l’Università per gli Studi di Bari.

L’evento culturale, patrocinato dal Comune di Turi, dalla Pro-Loco e dalla Associazione Forense Italiana, ha visto la partecipazione delle autorità civili e militari, dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo di Turi e Casamassima, e della Associazione Cavalieri Ordine al merito della Repubblica Italiana.

La speciale serata, all’insegna della cultura della legalità, è stata allietata dalla partecipazione del mezzosoprano Teresa Tassiello, accompagnata dalla Banda Musicale cittadina “Don Giovanni Cipriani”, diretta dal Prof. Ino Resta.

Il gruppo musicale, ha eseguito magistralmente, la suggestiva e inedita opera strumentale dal titolo “la canzone di Amelia la disgraziata”, una autentica canzone di malavita di inizi 900, tratta dal primo pizzino della criminalità italiana, scritta nel 1901 nelle carceri di Bari, da Mauro Savino, capo camorrista di Bari, autore dell’efferato omicidio del medico Michele Introna. L’opera musicale, unica nel suo genere, il 16 luglio scorso, alla presenza di parlamentari pugliesi, è stata presentata a Roma presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Il testo del pizzino, un fazzoletto in cotone, è stato tradotto in musica dal Maestro Fabio Tassinari, etno- musicologo, Comandante della Fanfara a Cavallo dei Carabinieri di Roma e dal Maestro Antonio Moretti, Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri e componente della medesima Fanfara di Roma.

Le canzoni di mafia e di malavita, una antica tradizione popolare, vissuta sin dall’800, sia dai delinquenti comuni che dalle associazioni mafiose, che con chitarre, tamburelli e mandolini, traducevano in musica popolare le numerose storie di vita criminale. Canzoni canticchiate dai malavitosi per diffondere in modo segreto e criptico messaggi e ordini dettati dai loro capi. Canzoni, apparentemente innocue, erano rigorosamente proibite dall’autorità di pubblica sicurezza, in quanto simbolo di mafia e di malavita, esortavano a delinquere e incitavano a ribellarsi alla legge.

Quasi sempre, venivano cantate nei vicoli della città, nelle taverne, osterie e cantine, nei bordelli e nelle carceri. Tuttavia, quando da lontano si vedeva l’arrivo della  polizia o dei Carabinieri, un loro segnale convenzionale, interrompeva il canto di malavita.

 (testo di una canzone scritto nel 1901 nelle carceri di Bari, su un fazzoletto di cotone da Mauro Savino capo camorrista di Bari)

LA CANZONE DI AMELIA LA DISGRAZIATA

 prima parte

Virite che ma fatto stu dottore a na povera guagliona disgraziata, cocchella infama emmericina: che ta saputo cumpinà e lusingà:….

coro

Piccirilla piccirella statevi attienti, nu’ vi facite lusinga’…… managgia a chi tiene e lire e li renare, Virite che ta saputo cumpina’ e inganna’.

seconda parte

Povera guagliona come tu si sfortunata e pe la visita che o’ duttore passava in casa tu ti lasciavi lusinga’ e inganna’…..

coro

Oh!.. povero Mauriello niente sapeva che ho duttore era accusi’ scellerato.  e pi averti a te, Amelia traruta,  ho cimitero o’ duttore si ne ghiuto:…… manneggia a l’oro e le renare (replica) tu mi hai saputo lusinga’ e inganna’.

parte terza

Tu dottore che tinievi e renare, picche’ non mi hai voluto sposà?  e io povero guaglione che che non aggi niente, si binute  a fa’ o sapute……  (replica)

VOLDATE

Coro

Tu ti ne si ghiuto alli cipressi!….. E io mi faro’ la madre abbadessa, managgia a l’anima delle lire e li renare, tu mi hai sapute lusinga’ e inganna’

parte quarta

manneggia amore gelosia e vendetta, Virite cà sapute combina’…… e per aver difeso l’onore!… Povero Mauriello e Martino stanno in prigione (replica)

coro

Ameliuccia abbella, e tu fatti monachella!   che oh… povero Mauriello…… forse non ci verimme chiù, nunciverimme forse chiù.

Opera composta nel 2019 dal Maestro Fabio Tassinari, Comandante della Fanfara a Cavallo dei Carabinieri di Roma e dal Maestro Antonio Moretti, Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, componente della medesima Fanfara di Roma.

intervista a cura di Antonio Carbonara

redazione

 

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