Continuano in tutto il meridione d’Italia le proteste dei docenti in seguito agli errori riscontrati nelle operazioni della mobilità interprovinciale. Dopo le manifestazioni della scorsa settimana a Palermo e a Napoli, che hanno anche registrato episodi di tensione tra i manifestanti e gli agenti di polizia, sono previsti altri sit-in per lunedì prossimo a Bari, Potenza e Palermo.
In seguito alla pubblicazione degli esiti dei trasferimenti, i cui meccanismi non sono ancora stati resi noti dal ministero, il 1°settembre migliaia di docenti meridionali saranno costretti a prendere servizio nelle città e nei paesi del nord Italia. Che molti docenti meridionali sarebbero stati spostati in altre regioni era prevedibile, quello che gli insegnanti e i sindacati contestano al Miur è la totale mancanza di trasparenza relativa ai meccanismi della mobilità e i numerosi errori riscontrati negli elenchi forniti dai vari uffici scolastici territoriali. Docenti con punteggi elevati sono stati trasferiti a centinaia di chilometri da casa, mentre altri, neo immessi in ruolo con la legge 107, alcuni senza anzianità di servizio, sono stati assegnati a sedi più comode. Inoltre, dopo la pubblicazione definitiva, sono stati evidenziati posti ancora disponibili in alcuni ambiti territoriali del sud.
La legge 107, la cosiddetta “buona scuola”, continua dunque a far discutere ad un anno dalla sua promulgazione, numerose sono le critiche che continuano a piovere sulla riforma di Renzi e Giannini da parte di tutti gli addetti ai lavori. Il ministero, però, continua nella sua strenua difesa di meccanismi palesemente complessi e, pur ammettendo che in fase di mobilità alcuni errori sono occorsi, si ostina a definirli “marginali” e a non cercare una soluzione. Ma dietro i numeri ci sono delle persone. Quarantenni e cinquantenni che dopo anni di precariato, finalmente immessi in ruolo, si vedono costretti ad abbandonare casa e famiglia o a rinunciare al tanto agognato contratto a tempo indeterminato per cui hanno già fatto numerosi sacrifici.
La legge 107 è riuscita a scontentare davvero tutti, i docenti di ruolo che vedono ledere pericolosamente i propri diritti acquisiti, primo tra tutti la titolarità di sede, i neoassunti che si vedono trasferiti a centinaia di chilometri da casa, e i residuali GaE, che rischiano di non poter più lavorare nella scuola pubblica dopo anni di precariato.
La legge, inoltre, ha innescato una serie di scontri all’interno della classe docente:precari contro neo assunti, fase b contro fase c, docenti di ruolo contro potenziatori, vecchi immessi contro neo immessi. Tutto questo non può che danneggiare la scuola pubblica italiana che, invece, richiederebbe una valorizzazione del personale docente, e non solo attraverso bonus economici, che è ormai oggetto di critica e sdegno sulle pagine dei giornali e sui social network da parte di giornalisti e blogger che non esitano ad offendere una categoria che, invece, è il pilastro della democrazia.
di Maria Cristina Consiglio