La Consulta Nazionale Antiusura denuncia l’ennesimo colpo di mano del Governo in materia «Riordino» dell’azzardo

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La Consulta Nazionale Antiusura denuncia l’ennesimo colpo di mano del Governo, che in prossimità delle vacanze agostane degli italiani, ha diffuso l’ultima bozza del «Riordino» dell’azzardo e messo all’ordine del giorno con la «conferenza unificata in seduta straordinaria» nell’ultimo giorno di apertura delle Camere prima delle ferie.  “Un duro e non casuale colpo nei confronti dei cittadini, che si commenta da solo,  ha dichiarato il Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, Mons. Alberto D’Urso-  è stato tentato di mettere a segno da uno Stato che avrebbe l’obbiettivo di tutelare la salute e il benessere socio-economico della collettività. Non sono state considerate affatto  le esigenze di tutela delle popolazioni e dei territori dall’inflazione di sale e punti di induzione al gioco con denaro, per denaro e a scopo di lucro”.

 

 

L’azzardo in concessione e quello illegale, infatti, continua a segnare guasti e danneggiamenti alla dimensione individuale e sociale delle persone: proprio il balzo a 96 miliardi di raccolta del 2016 lo documenta in modo schiacciante. Non basta diminuire il numero delle macchinette per contrarre l’offerta di azzardo.

Per la Consulta Nazionale Antiusura, le 29 Fondazioni Antiusura italiane e il Cartello “Insieme contro l’Azzardo” la bozza va dunque ancora radicalmente riformulata. Nei mesi scorsi è stata messa a punto una piattaforma di lavoro per una decisa riduzione sia dell’offerta e sia del consumo, riassunta in 7 punti in un documento, che è stato consegnato e  illustrato personalmente  al Sottosegretario Baretta nell’incontro del 21  giugno scorso. Nell’occasione erano state poste le premesse per un metodo con il quale ricavare un’agenda per continuare il dialogo in corso.

Per entrambe le modalità di slot machine vanno definite e adottate soprattutto misure generali:

–  In materia di somministrazione di alcolici e di possibilità di fumare tabacco, attualmente consentita e proposta nelle sale dedicate agli apparecchi automatici da gioco d’azzardo, si tratta di impedire che la combinazione di alcolismo, tabagismo affiancati ad ambienti progettati in modo eccessivamente accattivante, attivino forme di compulsività del giocatore;

–  Al Servizio Sanitario Nazionale va affidata la sorveglianza ferrea e dunque la verifica dell’impatto per la salute e per la spinta alla dipendenza da gioco d’azzardo;

– Per il cosiddetto passaggio tecnologico da una generazione di apparecchi ad un’altra si concorda, prima della decisione,  di mettere a disposizione delle parti e dell’opinione pubblica  tutte le più accurate informazioni riguardo all’architettura del progetto industriale e dei sistemi di funzionamento: per valutare le implicazioni per il controllo e i riflessi sull’organismo umano;

  1. La ventilata possibilità dell’obbligo di presentazione della tessera sanitaria per gli accessi ai luoghi del consumo di azzardo va corredata con norme e dispositivi rigidi che impediscano la formazione di database dei clienti utilizzabili a fini di marketing e di induzione ad aumentare il consumo da parte dei clienti. La delegazione ha fatto presente al Sottosegretario la necessità di procedere ad definire una legislazione precisa e puntuale in tema di trattamento dei dati con previsioni anche di natura penale per concessionari e gestori che nel proprio ambito abusino dei dati utilizzandoli in modo inappropriato;
  2. Con riferimento alla pubblicità e al suo divieto integrale si è si è proposto di  studiare  con l’Autorità garante delle Comunicazioni una normativa prescrittiva che valga a rendere effettiva l’inibizione di ogni forma di spot, richiami, sollecitazioni commerciali;
  3. Sul tema della dislocazione dei punti di accesso all’offerta di gioco d’azzardo, nonché in tema di orari, la Delegazione ha fatto presente che non si potrà procedere a centralizzare una disciplina unica in quanto si tratta di Diritti incomprimibili affidati dalla Costituzione alle cure appunto degli Enti locali. Tale principio è espressione dell’art. 118 Cost. come riformato dalla L.3/2001 e ribadito da importanti pronunce della Corte costituzionale e più volte ribadito da sentenze del Consiglio di Stato. Su tale base, la soluzione istituzionale più congrua e comunque da approfondire è individuabile nel seguente schema:
  4. A) allo Stato spetta indicare gli obiettivi di contenimento dell’offerta e del relativo consumo da raggiungere in un arco temporale predeterminato;
  5. B) ai Comuni e alle città metropolitane, in questa prospettiva, spetta l’individuazione e la deliberazione in appositi Piani Regolatori Generali delle misure tecniche (allocazione delle sale, layout delle relative sale e ogni altra misura tecnica atta a perseguire l’obiettivo fissato a livello nazionale), oltre all’approvazione di Regolamenti comunali e Ordinanze sindacali che vadano ad incidere sul comportamento dei cittadini nonché degli esercenti-gestori nel rispetto degli obiettivi prefissati a livello centrale e che tali provvedimenti si fondino sulle variabili specifiche della morfologia dei distinti territori comunali e del relativo impatto sociale e sanitario;
  6. C)  alle Regioni, anche al fine di rendere unitari ed omogenei i provvedimenti comunali, può essere attribuita la competenza sulle regole fondamentali della selezione dei luoghi, in analogia con la funzione che questo livello dello Stato esercita nella pianificazione e nella programmazione urbanistica e territoriale;
  7. D) allo Stato, in caso di inadeguatezza dei risultati raggiunti a Livello inferiore, in base al principio di sussidiarietà verticale, spetta la facoltà di sostituzione, nella logica del perseguimento degli obbiettivi prefissati di progressivo ridimensionamento dell’esposizione del Paese a un’attività comunque impattante sul tessuto sociale, economico e urbanistico”.
  8. riguardo all’estensione alle famiglie della possibilità di accesso alla misura dell’articolo 14 della legge antiusura (Fondo di solidarietà con le vittime)  gli esperti legislativi del governo valuteranno la fattibilità di inserimento della modifica parziale della norma nel decreto che eventualmente recepisca l’accordo in sede di Conferenza unificata.

Nell’incontro era stato definito un metodo per rimediare alle gravi conseguenze che l’abnorme dilatazione del consumo di gioco d’azzardo ha arrecato alle persone, all’economia, alla società e all’interesse pubblico fondativo dell’azione dello Stato con l’intesa di  continuare il dialogo in corso. Promessa puntualmente disattesa con il tentativo di blitz agostano, non riuscito

“Il mio auspicio ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso è che  il Governo insieme ai rappresentati dei Comuni e delle Regioni riprendano la via del dialogo, il 7 settembre quella bozza non può essere licenziata. Deve essere radicalmente modificata. Non si vede alcun elemento rivolto a inquadrare tutto il settore dell’azzardo nell’ambito della salute pubblica (aspetto socio-sanitario), e dell’indebitamento, sovraindebitamento e dell’usura di cui tantissime volte è causa”.

Ufficio stampa Consulta Nazionale Antiusura
“Giovanni Paolo II” o.n.l.u.s.

redazione

 

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