Il viaggio in treno, o della maleducazione

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Se una mattina d’estate un viaggiatore si sveglia presto, fa colazione, si lava, si veste, esce, passeggia fino alla stazione centrale godendosi la solitudine e prende il treno è perché lì, sul treno, può godere del tempo lento, può leggere, sonnecchiare, navigare su internet, sfogliare riviste, riposare.  Sì, riposare, perché la legge non scritta del viaggio in treno è il silenzio. Chi entra sistema la valigia,  prende posto e si isola, non disturba, si gode il viaggio. Ed è la voce registrata a ricordarlo: si ricorda di abbassare le suonerie dei telefoni cellulari e il tono della voce per non disturbare gli altri passeggeri.

Ma una mattina d’estate porta sul treno gente nuova: famiglie con bambini, emigrati che tornano a casa per le vacanze, giovani che affrontano la prima vacanza da soli, un gruppo di studentesse che vanno in Spagna con la prof. Ed ecco che l’ovattato mondo del treno si trasforma in un sovrapporsi di chiacchiere e risate. È evidente che per le ragazze la Spagna è un sogno che si avvera, manifesta la loro emozione. Ma un’emozione non resta tale anche se non la si condivide con chi ci sta vicino? La prof. ha comprato per loro Lasettimanaenigmistica(per farle concentrare in silenzio?), la guardano con sospetto…. Mai fatte le parole crociate…. Cominciano, ad alta voce, ma, per fortuna, si fermano al ‘centro della Scozia’. Ma le chiacchiere continuano: ragazzi, discoteche, programmi televisivi, vestiti, la Spagna…. “Io di spagnolo non mi ricordo niente!”, dice la prima – “Ma come?!”, esclama la prof. – “Come pensi di fare?”, chiede la seconda… E poi: “Come si mangia in Spagna?” – in effetti è fondamentale per ogni italiano degno di tale nazionalità valutare le abilità culinarie degli altri paesi – “Il prosciutto è molto buono”, la rincuora la prof…. E infine, trionfante, la quarta urla: “In Spagna c’è Zara!!”, tripudio di risate e schiamazzi…

Se una mattina d’estate un viaggiatore vede, sente, la tacita regola del treno infranta, lo fa presente al controllore che, serafico,  risponde alla sua richiesta di intervento: “Sono ragazzi!”. E sì, sono ragazzi, la nostra maleducata gioventù.

di Maria Cristina Consiglio

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