Il malato immaginario al Piccinni di Bari con Emilio Solfrizzi

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Nella stagione in cui si celebrano i 400 anni dalla nascita di Molière, al teatro Piccinni di Bari è andato in scena “Il malato immaginario” nell’adattamento di Guglielmo Ferro che ne ha curato anche la regia. Protagonista Emilio Solfrizzi, nei panni di Argante. Con lui sul palco Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Serio Basile, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Mariachiara De Mitri, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino.
“Il malto immaginario” è un’opera musicale del 1673, intesa da Molière come una farsa, ed è farsesco il personaggio di Argante, ma intrisa di un realismo amaro che introduce la denuncia dell’autore alla società del suo tempo. Ma è anche una satira del mondo della medicina, con medici cialtroni che propongono ad Argante rimedi improbabili e costosi, consapevoli della sua ipocondria.
Solfrizzi porta in scena un Argante comico ma malinconico, rassegnato alla sua presunta malattia, una forma di evasione dalla realtà, mentre intorno a lui gli altri personaggi vivono a pieno i propri sentimenti. Ma la malattia di Argante è, appunto, immaginaria, un rifiuto dell’esistenza, che rivela la paura di vivere del protagonista, che cerca di coinvolgere anche gli altri personaggi nella sua nevrosi. A tenergli testa la serva Tonina, interpretata da Lisa Galantini, responsabile dei meccanismi comici e del principio di realtà. Esilarante e surreale il personaggio di Tommasino, interpretato da Pietro Casella, che ha suscitato applausi a scena aperta. Alla fine dell’opera, quando tutto sembra volgere al lieto fine, Ferro introduce un’ultima scena amara e malinconica con Argante solo sul palcoscenico e gli altri personaggi trasformati in marionette senza fili, un rimando alla funzione metateatrale del testo di Molière.
Il pubblico in sala ha risposto con entusiasmo alla rappresentazione, tributando applausi calorosi ai protagonisti e dimostrando ancora una volta il grande affetto che li lega a Solfrizzi.

Maria Cristina Consiglio

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