Il Festival della Salute Mentale a Bari con il Teatro delle Bambole e Dario D’Ambrosi

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Venerdì 25 novembre prosegue la seconda edizione del Festival della Salute Mentale, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Bari (Direttore Domenico Semisa) e coordinato artisticamente dal dirigente psichiatra Fabrizio Cramarossa.

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Il focus di giornata è incentrato sullo sguardo che il Teatro ha e può dare intorno alla Salute Mentale. «Il Teatro dentro incontra il Teatro fuori» è il titolo che riassume due esperienze diverse e che andrà in scena all’AncheCinema Royal dalle 17 alle 21: la prima è quella del Centro riabilitativo barese Villa Adriana, con lo spettacolo teatrale «L’invito della Follia»; la seconda è quella dello spettacolo «Medea: sintesi per quattro respiri», della compagnia Teatro delle Bambole. Interverranno Dario D’Ambrosi, tra i maggiori registi italiani d’avanguardia e fondatore del Teatro Patologico, e Andrea Cramarossa, fondatore Teatro delle Bambole.

In mattinata, si parte alle 9, all’Ex Palazzo delle Poste di Bari, con il saluto del Prefetto di Bari Carmela Pagano. Fino alle 11, poi, si terrà la prima tavola rotonda sul tema «Costruire la Salute Mentale», moderata da Domenico Semisa e Vito Maffei. Intervengono sul tema Massimo Mincuzzi (Equità sociale e Salute Mentale), Annamaria Candela (Welfare), Rosalinda Cassibba (Formazione), Tommaso Farenga (Ambiente).

Dalle 11 alle 13 seguirà la conferenza su «Vision e strategie», moderata da Semisa e Fabrizio Cramarossa. L’introduzione sarà a cura di Vito Montanaro, Direttore generale ASL Bari. Intervengono sul tema “Politica” Salvatore Negro (Assessore Welfare Regione Puglia), Mario Loizzo (Presidente Consiglio Regionale), Giuseppe Romano (Presidente III Commissione Salute). Su “Programmazione” interviene Giancarlo Ruscitti (Commissario ARES), mentre per il “Sindacato” discutono Giuseppe Gesmundo (Segretario Regionale CGIL), Giuseppe Boccuzzi (Segretario Provinciale CISL), Aldo Pugliese (Segretario Regionale UIL). Sul “Terzo Settore” parlerà Vito Intino (Portavoce Forum Regionale).

Dalle 14 alle 17 si parlerà di «Salute mentale in Puglia: visione, idee, programmi», con la moderazione di Vito Montanaro. Intervengono Marisa De Palma (Dirigente Assessorato Politiche Salute Regione Puglia), Ottavio Narracci (Direttore Generale ASL BAT), Vito Piazzolla (DG ASL Foggia), Silvana Melli (DG ASL Lecce), Stefano Rossi (DG ASL Yaranto), Giuseppe Pasqualone (DG ASL Brindisi), Vitangelo Dattoli (DG Policlinico Bari), Antonio Pedota (DG Ospedali Riuniti Foggia).

Medea: sintesi per quattro respiri

«Medea: sintesi per quattro respiri» è uno spettacolo liberamente tratto dalla Medea di Euripide. In scena gli attori Isabella Careccia, Silvia Cuccovillo, Federico Gobbi, Domenico Piscopo, Tita Tummillo. Costumi e sartoria di Tatiana J. Volvic. Ricerca sonora, allestimento e regia di Andrea Cramarossa (con il supporto di: Al.i.c.e. Area Arti Espressive, CEA WWF Masseria Carrara, Festival Cosmonauti, Festival della Salute Mentale di Bari, Progetti per la scena – Tuscania).

Medea, mito perenne ed eterno, indigesto alla sua contemporaneità, resta folle e isolato nell’incalzare del tempo. Un luogo e un tempo per la conoscenza e il riconoscimento attraverso il Mito, inteso come forma di elaborazione collettiva rispetto ai rituali antichi e nuovi.

Alla perdita di connessioni profonde, il Teatro delle Bambole oppone la comunicazione teatrale che si pone nell’immediatezza e nella attualità dei rapporti. Come gruppo di Ricerca, la compagnia ritiene che il progetto presentato possa costituire un momento d’incontro e confronto intenso, poiché solo il Mito attraverso una sorta di catarsi contemporanea, ci rende consapevoli della nostra umanità.

«In questi tempi attuali – spiega Cramarossa -, affrontare il Mito, significa, per noi, soprattutto ricontattare l’incontro con sé e con l’altro da sé; applicare la formula della conversazione per fare della parola l’alfiere prediletto di uno stato d’animo che si struttura nel conforto della consolazione, nel canto e nel lamento, nella voce riposata del cuore e cullata dalle immagini naturali di esseri umani stretti nel tessuto carnale dell’appartenenza.
La vittoria dell’esistere sulla solitudine, si addensa nelle impalcature antropomorfe di ciò che siamo, nella solidità arcaica della rappresentazione del Culto, attraverso i meccanismi interiori della catarsi.
Il rumore potrà spiegare e aprire un varco sull’incomprensibile esigenza odierna di vivere in una società “rumorosa” e “sfuggente”, in preda, presumibilmente, alle proprie paure, ansie, insoddisfazioni, aberrazioni, affaticamenti.
Il Mito, quindi, anche come “luogo di pace”, laddove il rumore si struttura in canto, in culla primordiale, nella benevolenza di note sussurrate e colme di incantevoli suggestioni primarie, che fanno del ricordo ancestrale, il legame indissolubile con l’attuale».

di Antonio Carbonara

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