Gregory Porter ha scelto Molfetta e la rassegna Bari Jazz 2016 per il suo concerto italiano di questa estate 2016, tenutosi giorno 22 luglio.
Un’orchestra grandiosa al servizio del più poderoso degli strumenti: la Sua voce. L’artista ha incantato il pubblico con un’accattivante voce baritonale, non scontata, capace di unire il soul, r & b e jazz, giocando con la sua band di talentuosi. Dapprima, si viene attratti, tra il sorpreso ed il divertito, da quest’omone in camicia rosa e cappello nero con visiera, con copri orecchie, poi si smette di guardare per ascoltare e cantare insieme a lui. Un pubblico di appassionati lo ha applaudito dopo l’esecuzione di: Take me to the alley, Hey Laura, The “In” Crowd, Musical Genocide, Don’t lose your steam, In fashion, Liquid Spirit, che gli ha reso un grammy.
Figlio “spirituale” di Nat King Cole, Gregory Porter è stato un bambino dal passato difficile, cui la musica ha salvato la vita.
Jazz singer, ama il blues, il soul, il gospel. Tutti questi elementi si uniscono nel suo modo di fare musica per trasfonderli nel jazz. L’artista preferisce affidarsi a composizioni scritte di suo pugno, ricorrendo di rado a standard distribuiti nei suoi dischi con parsimonia. Le sue sono composizioni dalla potente ricerca melodica, dove associa liriche profonde su cui innesta storie a sfondo sociale e riferimenti politici.
Gregory Porter ha regalato un cameo a quella che è certamente una ricca stagione concertistica estiva per Molfetta.
Ad introdurre il grande artista, la giovanissima Nestia, cui auguriamo di seguire le orme.
di Rossana Rignani
foto a cura della redazione