Giovanni Paisiello Festival: in scena al teatro Orfeo di Taranto i “Tre Buffi”

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Una rivincita carica di ironia. Se la prendono tre baritoni di fama internazionale sui celebri tre tenori. Sono i «Tre Buffi» Paolo Bordogna, Domenico Colaianni e Bruno Praticò, protagonisti del gran finale del Giovanni Paisiello Festival organizzato dagli Amici della Musica, in programma giovedì 20 ottobre (ore 21) al Teatro Orfeo di Taranto (info biglietti 099.730.39.72). È la prima volta che i tre artisti si esibiscono insieme, uniti da un’idea del direttore artistico del festival Lorenzo Mattei, che per il consueto recital vocale quest’anno ha voluto puntare su una dimensione “popolare” mettendo insieme tre celebri specialisti del repertorio comico e dare vita ai più spassosi ruoli buffi dei drammi giocosi di scuola napoletana.

Molti ruoli importanti sono stati scritti per questa affascinante vocalità, fra i quali Figaro nelle «Nozze» mozartiane, Leporello nel «Don Giovanni», Falstaff nella omonima opera verdiana, Escamillo nella «Carmen» di Bizet e molte parti in opere wagneriane. E interpretando “a solo”, duetti e terzetti entrati a far parte della storia del teatro d’opera, Bordogna, Colaianni e Praticò restituiranno quella teatralità comica sulla quale Paisiello basò gran parte del proprio successo.

Accompagnati al pianoforte da Vincenzo Rana, i tre protagonisti di quest’inedito recital offriranno uno spettacolo unico, affrontando un repertorio di particolare fascino, oltre che di notevole difficoltà tecnica. Saranno presentate arie incantevoli e universalmente amate, a cominciare da alcune del grande compositore tarantino tratte dal «Barbiere di Siviglia» (“La calunnia” e “Ma dov’eri tu, stordito”) e dal «Socrate immaginario» (“Luci vaghe, care stelle” e “T’aggio ditto statte bona”), cui si affiancheranno, in un fruttuoso e irresistibile confronto artistico, altre note melodie di Donizetti (“Udite o rustici” da «L’elisir d’amore» e “Cheti, cheti immantinente” dal «Don Pasquale»), Rossini (“Sia qualunque delle figlie” e “Un segreto d’importanza” dalla «Cenerentola» e “D’un bell’uso di Turchi” dal «Turco in Italia») e Nino Rota (“È una cosa incredibile” dal «Cappello di paglia di Firenze»).

Grazie a una duttilità interpretativa e ad una grande capacità attoriale, Bordogna, che ha cantato nei più grandi teatri, dalla Scala di Milano all’Opèra di Parigi, ha affrontato oltre cinquanta personaggi in un repertorio che spazia dal barocco all’opera contemporanea, con una particolare predisposizione per Mozart, Rossini, Donizetti e il Belcanto. Mentre sono addirittura più di cento i ruoli con i quali si è confrontato Praticò nei templi della lirica, dal Metropolitan di New York al Covent Garden di Londra, forte della lezione di Rodolfo Celletti, indimenticato primo direttore artistico del Festival della Valle d’Itria. E di Martina Franca è sicuramente un vero beniamino il barese Colaianni, applaudito nella «Bohème» e in «Tosca» alla Scala, al Regio Di Torino in «Don Pasquale», al San Carlo di Napoli nelle «Nozze di Figaro» e in molti altri importanti teatri, in Italia e nel resto del mondo.

Info www.giovannipaisiellofestival.it.

Fonte Ufficio stampa Francesco Mazzotta

di Maria Cristina Consiglio

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