Festival “Generare Culture Nonviolente”: presentato quest’oggi a Bari

0
248

PRESENTATO IL FESTIVAL “GENERARE CULTURE NONVIOLENTE”

DAL 25 AL 27 NOVEMBRE AL TEATRO KISMET LA MANIFESTAZIONE DELL’ASSESSORATO AL WELFARE

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE E CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE

 

Dall’inizio del 2022 sono stati più di 170 gli accessi di donne al Centro antiviolenza comunale, di cui 43 prese in carico, 14 interventi in emergenza e 6 inserimenti in strutture protette. Sono questi i dati relativi all’anno in corso presentati oggi durante la conferenza stampa di presentazione del festival “Generare Culture Nonviolente”, la manifestazione cittadina promossa dall’assessorato al Welfare e organizzata dal Centro antiviolenza comunale in collaborazione con la rete cittadina Generare Culture Nonviolente e il Centro antidiscriminazioni comunale al fine di sensibilizzare la cittadinanza sulla condivisione di una cultura non violenta, rispettosa delle donne e delle differenze, contro ogni forma di discriminazione e stereotipo.

All’incontro sono intervenuti l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, la coordinatrice del Centro antiviolenza comunale Marika Massara, il presidente del teatro Kismet Augusto Masiello e la posizione organizzativa dell’area minori e famiglie del Comune di Bari Francesco Elia.

Il cartellone prevede tre giornate, ad ingresso libero e gratuito, di workshop, performance, spettacoli e allestimenti artistici incentrati sui temi del contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione e agli stereotipi di genere nel Teatro Kismet Opera di Bari.

“Accanto agli interventi che ogni giorno portiamo avanti con i Centri antiviolenza in termini di tutela, accompagnamento, protezione delle donne e ripartenza di una nuova vita dopo la denuncia – ha esordito Francesca Bottalico – è necessario porre un’attenzione continua alle azioni di tipo formativo, educativo e socio-culturale, perché la violenza va contrastata partendo dalle radici culturali insite in modelli educativi spesso perpetrati in famiglia e in società.

Nell’ultimo triennio di lavoro del Centro antiviolenza comunale abbiamo registrato 972 accessi di donne con minori e 95 accoglienze in strutture, abbiamo attivato 4 sportelli dislocati nei presidi universitari e 2 in rete con i servizi per la terza età. Sono in aumento, infatti, le violenze a danno di donne molto adulte e tra minori.

In questa direzione è importante il lavoro che stiamo realizzando con altre progettualità anche sugli autori di reati e su tutte le forme di violenza, anche quella mediatica come nel caso del revenge porn. Il nostro obiettivo è tutelare, accompagnare, proteggere e sostenere ma anche fornire strumenti e opportunità nuove dopo una denuncia e il successivo allontanamento, per far sì che le vittime possano riprendere in mano la propria vita a seguito di un percorso di autodeterminazione. Per questo siamo impegnati ad affrontare il fenomeno nelle sue dinamiche e radici più profonde: interrompere la spirale che spesso attraversa i contesti sociali, economici e culturali in modo da prevenire la violenza, ridurne la portata e lavorare in tal senso con i bambini e i ragazzi, soprattutto maschi”.

“Dietro l’evento che presentiamo oggi – ha aggiunto Francesco Elia – c’è un processo molto più ampio che coinvolge una rete di persone e servizi e viene sostenuto da risorse comunali messe a disposizione con un bando pubblico e regionali, che ci consentiranno di avviare anche il progetto “Rafforzare la non violenza”. Quest’anno abbiamo analizzato quale fosse il punto di caduta del servizio – ovvero il percorso di accompagnamento nella fase post violenza – e anche in questo senso siamo pronti a presentare un progetto nell’immediato futuro che consentirà di chiudere la rete di interventi a sostegno della violenza di genere”.

“Per noi novembre è un momento particolarmente importante – ha confermato Marika Massara – ma in realtà il lavoro delle realtà associative, che collaborano con il Centro antiviolenza e hanno sottoscritto un protocollo proteso alla diffusione della cultura della non violenza, è un percorso che ci accompagna tutto l’anno. Al teatro Kismet avvieremo laboratori di teatro terapia con l’utilizzo delle maschere e con il kintsugi tessile, perché attraverso l’arte si può comunicare la necessità di abbattere gli stereotipi e, allo stesso tempo, intraprendere un percorso interiore che riguarderà tutti gli operatori coinvolti”.

“I numeri citati dall’assessora sono molto preoccupanti – ha concluso Augusto Masiello – ma si tratta solo della punta di un iceberg che nasconde il mondo della violenza che non appare e non si denuncia. Credo che, come la storia insegna sin dall’antica Grecia, il teatro sia il metodo migliore per infondere nello spettatore un coinvolgimento attivo e un convincimento sui principi e i valori recitati, e lo faremo attraverso uno spettacolo dal titolo emblematico, ‘Storie di donne che avrebbero voluto vivere’”.

La manifestazione partirà venerdì 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: alle ore 15.30 è in programma il laboratorio di Teatro Terapia che, attraverso molteplici linguaggi artistici, offrirà un percorso espressivo di superamento delle difficoltà e di consolidamento di nuove e più positive attitudini a determinare la propria vita, mentre alle ore 17.30 sarà in scena il “Monologo Striduli”, scritto e diretto da Roberto Giacoia e interpretato da Annika De Tullio, a cura dell’associazione Art’ess; a seguire l’assessora al Welfare Francesca Bottalico e la conduttrice televisiva Manila Gorio premieranno l’opera vincitrice del contest “Vite plurali. Visioni di genere”. Infine, alle ore 21, si terrà lo spettacolo con reading musicale “Storie di donne che avrebbero voluto vivere”, con Teresa Ludovico e Ivano Picciallo e Rie Matushita al pianoforte: le storie cui il reading darà voce e musica sono state scritte da persone, donne e uomini, che hanno reagito alla violenza attraverso la potenza della parola.

Sabato 26 novembre, dalle ore 9.30 alle 12.30, appuntamento con il laboratorio “Tessere Identità”, a cura del Centro antidiscriminazioni comunale e del Progetto T’Essere, ispirato all’antica arte della costruzione della maschera come strumento che nasconde e allo stesso tempo svela, in un gioco di identificazioni visive che porterà i partecipanti a costruire su materiale tessile trasparente, con carta, stoffe, pizzi e materiale di scarto, una loro personale versione creativa della maschera.

Dalle ore 15.30 alle 18.30, spazio al laboratorio “Kintsugi tessile” che, ispirandosi all’arte giapponese del Kintsugi che valorizza le crepe degli oggetti rotti fino a creare una sorta di “cicatrice dorata”, condurrà i partecipanti alla ricomposizione dei vari pezzi in una nuova unità attraverso la trasformazione di alcune stoffe.

L’ultima giornata del festival, domenica 27 novembre, comincerà alle ore 9.30 con il laboratorio curato dal Centro antidiscriminazioni e dall’associazione Zona Franka sulle disuguaglianze, i pregiudizi e le discriminazioni che si manifestano a partire dall’uso delle parole per giungere a comportamenti consolidati.

La partecipazione ai workshop e allo spettacolo è gratuita con prenotazione al link https://forms.gle/Sd94SH5CMRWfBQDn8.

 

Nel corso del festival sarà possibile anche visitare la mostra collettiva “Vite Plurali. Visioni di genere”, allestita con le 10 opere selezionate tra quelle candidate alla call for art con cui la cittadinanza è stata invitata a realizzare un elaborato creativo sui temi della valorizzazione delle differenze, del contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione di genere con l’obiettivo di promuoverne il coinvolgimento nella costruzione di una campagna di sensibilizzazione e comunicazione sociale su questi temi. Il 25 novembre, dalle ore 15.30 alle 20, i partecipanti all’iniziativa potranno scegliere l’opera vincitrice che si aggiudicherà un buono del valore di 500 euro da utilizzare per l’acquisto di libri in una delle librerie della rete cittadina Bari Social Book.

 

Complessivamente sono 30 le iniziative organizzate in queste settimane dalla rete cittadina Generare Culture Nonviolente che, in tutti i quartieri della città di Bari, promuoveranno attività e laboratori sui temi della manifestazione rivolgendosi a minori, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, adulti e famiglie.

Tra le proposte vi sono sportelli di ascolto per donne over65, dibattiti, conferenze e seminari, laboratori audiovisivi ed espressivi per adolescenti e minori, laboratori di auto-narrazione per donne e giovani adulte, attività sportive e di sensibilizzazione, letture ad alta voce, presentazioni e letture di libri, brevi corsi di autodifesa personale, atelier e tanto altro. Le iniziative avranno luogo all’interno delle sedi dei servizi del welfare cittadino, di scuole e spazi sociali per leggere della rete Bari Social Book.

redazione

 

LASCIA UN COMMENTO