Festival Anima Mea- L’arpeggione, strumento scomparso, torna a suonare per mano di Guido Balestracci (Bari-Trani)

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XIII EDIZIONE

giovedì 11 novembre (ore 20.30), Bari – Circolo Unione

venerdì 12 novembre (ore 20.30), Trani – Palazzo Beltrani

SCHUBERTIADE

Alla scoperta dell’arpeggione,

la chitarra-violoncello scomparsa da tempo

ENSEMBLE L’AMOROSO

Caroline Pelon, soprano

Guido Balestracci, arpeggione e direzione

Éric Bellocq, arciliuto e chitarra romantica

Massimo Moscardo, chitarra terzina

Il festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova si è sempre contraddistinto per il rigore scientifico ed esecutivo delle proposte. E l’11 novembre a Bari (ore 20.30), nel Circolo Unione del Petruzzelli, e il 12 novembre a Trani (ore 20.30), a Palazzo Beltrani, riaccende i riflettori su uno strumento praticamente scomparso con Guido Balestracci, violista da gamba di fama internazionale che torna a far risuonare l’arpeggione, sorta di chitarra-violoncello per la quale Schubert scrisse la Sonata D 821, pagina di riferimento del concerto in programma, comprendente anche diversi Lieder dello stesso Schubert, musiche tradizionali ucraine e trascrizioni di Beethoven, Carulli e Pauline Viardot nel puro spirito cameristico della Hausmusik. Balestracci sarà alla guida della sua formazione, l’Ensemble L’Amoroso, nella quale militano il soprano Caroline Pelon, il virtuoso di arciliuto e chitarra romantica Éric Bellocq e lo specialista di chitarra terzina Massimo Moscardo.

Inventato nel 1823 dal liutaio viennese Johann Georg Stauffer, l’arpeggione ha avuto un curioso destino. Come suggeriscono i suoi nomi alternativi, “chitarra-violoncello” e “chitarra d’amore”, si tratta di fatto di una chitarra provvista di ponticello, tenuta tra le ginocchia come il violoncello e suonata con un archetto. Questo strumento godette di un certo successo per circa un decennio ma, piuttosto stranamente, quasi nulla è sopravvissuto del suo repertorio specifico, tranne un sommo capolavoro: la sonata che nel 1824 gli venne per l’appunto dedicata da Franz Schubert. Con i musicisti dell’Ensemble L’Amoroso, Guido Balestracci ha pertanto costruito una deliziosa «Schubertiade», come recitano  il titolo di questo concerto e del disco pubblicato dall’etichetta Ricercar, perché attorno alla celebre Sonata di Schubert, combinando l’arpeggione con voce e chitarre, la formazione si riappropria di una ricca selezione di Lieder del compositore viennese accanto a un brano tradizionale dell’Ucraina, «Schöne Minka», a una selezione dalle Variazioni Eroica op. 35 di Beethoven, alla Sinfonia n. 104 di Haydn nella trascrizione di Ferdinando Carulli e al valzer «Le printemps», sempre di Schubert, arrangiato per voce dal mezzosoprano Michelle Ferdinande Pauline García, passata alla storia come Pauline Viardot.

Inoltre, Balestracci avrà carta bianca per il «Concerto a sorpresa» del quale sarà protagonista il 15 novembre a Palo del Colle (ore 20.30, Chiesa del Purgatorio) attorniato dai musicisti pugliesi Gioacchino De Padova (viola da gamba), Paola Ventrella (tiorba), Pino Petrella (chitarra barocca), Michele Visaggi (clavicembalo) e Gaetano Magarelli (organo a cassapanca).

Su www.animamea.it tutti i dettagli per le prenotazioni e i biglietti, che possono essere acquistati anche direttamente all’ingresso del concerto.

Redazione

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