Ex Fibronit di Bari: la speranza e il futuro negli interventi della s.p.a. Teorema

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Un casco sulla testa di color giallo, inizia per chi scrive un’esperienza unica: entrare per la prima volta nella fabbrica della morte Fibronit di Bari. Accompagnati dal dottor. Angelo Colafemmina, socio fondatore della spa. Teorema, siamo entrati in questo luogo che a breve rimarrà solo un ricordo,  per il futuro la realizzazione di un parco comunale.

 

 

      

La TEOREMA S.p.A. nasce nel 1987 ed oggi rappresenta nel Sud Italia una delle più importanti società private operanti nel settore delle bonifiche, dei servizi ambientali, nella realizzazione di opere pubbliche e/o private e nelle manutenzioni.

Alla Teorema è affidato il  compito di ripulire dall’amianto il sito Fibronit sul quale in passato sorgeva l’azienda produttrice di elementi per l’edilizia,  fondata a Bari nel 1935. Tra i suoi prodotti figurava in particolare l’eternit.  Per molti anni è stata tra le prime 35.000 principali imprese europee. Solo nel 1985 l’azienda ha interrotto l’attività lasciando una discarica a cielo aperto: nel 2011 erano presenti 300metri quadrati di eternit ancora in azienda da bonificare. L’amianto della Fibronit ha causato direttamente la morte di 180 dipendenti e nel corso degli anni circa 700 persone, con una media di 40 vittime all’anno, spesso per mesotelioma.

 “Bari torna a respirare”, lo slogan campeggia nel sito http://www.bonificafibronitbari.it/ messo a disposizione dal comune di Bari,  per rassicurare gli abitanti della città e del quartiere Japigia.

Siamo entrati con non poche perplessità nella Fibronit ma siamo stati immediatamente tranquillizzati dalle parole dell’ing. Mauro De Candia, responsabile dell’impresa: <<la sicurezza è del 100%>>.

 

Dopo l’affidamento dei lavori alla s.p.a Teorema nel 2016, nel maggio 2017 la  verifica della messa in sicurezza del cantiere, alla presenza dell’ing. Vincenzo Campanaro, direttore della Ripartizione comunale Tutela dell’Ambiente e RUP dei lavori per il Comune di Bari, di un dirigente medico e di due tecnici della Asl Ba – Dipartimento di prevenzione – Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro e del procuratore della società Teorema, Giovanni Milano.

La prova tecnica si è resa necessaria per testare il buon funzionamento del sistema di confinamento dell’area tecnica in cui si frantumano i materiali da demolizione e si confezionano il conglomerato cementizio da depositare nell’area nord del sito. Nel dettaglio, si è trattato della verifica del confinamento statico e dinamico della tensostruttura, anche con una prova di tenuta e con l’ausilio di fumogeni, e della verifica della depressione realizzata con un estrattore, in modo da garantire 24 ore su 24 una condizione di depressione dell’area di lavoro, dell’unità di decontaminazione personale e dei mezzi/materiali impiegati. Successivamente si è proceduto alla verifica visiva della direzionalità dei flussi ad estrattori spenti e con l’ausilio di fumogeni. Al termine della prova di tenuta è stato attivato il sistema di estrazione, accertando il rigonfiamento dei teli in polietilene verso l’interno, evidente con il formarsi di “pance” nei teli rivolte, appunto, verso l’interno. Le verifiche in questione hanno avuto lo scopo di accertare che nel corso delle lavorazioni,  da eseguire all’interno del volume confinato,  non vi sia il rischio che l’aria all’interno del cantiere fuoriesca all’esterno, venendo invece convogliata verso l’estrattore dotato di filtro assoluto, prima dell’espulsione all’esterno. La prova, che ha dato esito positivo, ha consentito di procedere con le operazioni di bonifica secondo quanto previsto dal piano di lavoro.

Passaggi meticolosi messi in atto dalla società Teorema che si avvale di professionisti del settore: sono 20 gli operai in azione, tutti specializzati con il patentino amianto e che hanno sostenuto i corsi presso l’ASL. 5 i tecnici del cantiere, tra ingegneri e geometri.

Gli operai agiscono muniti di tute, maschere facciali con filtri e normali dispositivi di protezione individuale.

Ciò che colpisce il passante che attraversa le strade adiacenti la Fibronit sono  i vecchi capannoni colorati in azzurro. Per i non addetti ai lavori potrebbero sembrare accorgimenti artistici paesaggistici, l’azzurro è invece il colore della vernice attraverso la quale avviene “l’incapsulamento” delle murature.

I lavori in itinere prevedono: la demolizione degli edifici denominati C, D (incluso il torrino), E, F (inclusi i silos), G, H e I. Ad agosto scorso è stato demolito il primo edificio (D) e il torrino.  L’obiettivo finale è quello di  rendere il sito fruibile e potenzialmente destinato ad area urbana.

Nel futuro la realizzazione di un parco sui 100mila metri quadri bonificati, nel ricordo di Maria Maugeri, assessore all’ambiente deceduta tempo fa per un male incurabile. Nei suoi sogni quelli di tanti: trasformare la fabbrica della morte in un ambiente di vita, dove i bambini possano giocare senza timori respirando aria salubre. Un parco dedicato a tutte le persone che sono morte per le terribili malattie causate dall’amianto.

“Questa è una sfida di cui conoscevamo tutte le difficoltà fin dall’inizio – aveva detto Maria Maugeri il giorno dell’aggiudicazione dell’appalto – ma non per questo abbiamo mai pensato per un solo giorno di mollare né abbiamo intenzione di farlo adesso. Credo che per un amministratore pubblico sia un grande onore portare avanti una battaglia di queste dimensioni e di questa importanza per la propria città, perché la bonifica del sito della ex Fibronit è per noi un risarcimento umano e pubblico dovuto alla storia di questa città e dei nostri concittadini”.

Il dott. Angelo Colafemmina ricorda con emozione Mauria Maugeri, per lui le bonifiche sono interventi di ogni giorno, tanti e diversi in Puglia, non ultima Margherita di Savoia, sito industriale ex Saibi.

Il primo cittadino, Antonio Decaro, segue continuamente i lavori, la demolizione Fibronit è sempre stato uno degli obiettivi dell’amministrazione comunale. L’operazione di bonifica e riqualificazione dell’area di 100mila metri quadri è stata finanziata con 10 milioni di euro da parte della Regione Puglia, un milione da parte del commissario delegato per l’emergenza ambientale in Puglia e 3 milioni messi dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. In tutto 14 milioni di euro per i lavori che si concluderanno nel 2018.

Info: http://teoremaspa.it/

Antonio Carbonara 

 

 

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