Concerto di Natale – Collegium Musicum

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Si conclude la ventottesima stagione concertistica del Collegium Musicum, con l’appuntamento finale dedicato al Natale in musica: tra pagine di Mozart e una prima assoluta del compositore pugliese Paolo Messa.

 
Martedì 19 dicembre, ore 20,30
Chiesa di San Sabino – Bari
 
Mercoledì 20 dicembre, ore 20
Auditorium Centro Multimediale Karol – Bari (Quartiere San Paolo)
 

Immagine incorporata


Martedì 19 dicembre, alle 20,30, si conclude nella Chiesa di San Sabino di Bari (via Caduti del 28 luglio 1943, 5) la ventottesima stagione musicale del Collegium Musicum, con la direzione artistica del maestro Rino Marrone: l’appuntamento – ad ingresso libero – verterà in un Concerto di Natale e vedrà impegnata l’orchestra d’archi del Collegium Musicum diretto dallo stesso Marrone, in un impaginato che offrirà due celebri pagine di Wolfgang Amadeus Mozart (Divertimento in re maggiore K. 136 e Divertimento in fa maggiore K. 138) e l’esecuzione di una prima assoluta del compositore e violista pugliese Paolo Messa (brano scritto su commissione del Collegium Musicum), «In notte placida», fantasia natalizia per due flauti dolci e orchestra d’archi. Il concerto sarà replicato mercoledì 20 dicembre, alle 20, nell’Auditorium del Centro Multimediale Karol di Bari (via Marche 1, Quartiere San Paolo), in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II Onlus (biglietto unico a 2 euro). Info e prenotazioni: 340.499.38.26. 
 
La Fantasia natalizia di Paolo Messa prende il nome dal primo dei brani («In notte placida»), composizione attribuita a François Couperin che ben si presta a preparare l’atmosfera del Natale, mista a momenti gioiosi dati dai fermenti legati alla tradizione per la preparazione alla festa, ma anche di riflessione e devozione per chi ha fede. La composizione si articola in undici brani collegati tra loro, utilizzando melodie legate alla tradizione religiosa e laica. Ai flauti dolci solisti (soprano e contralto, saranno Natalia Bonello e Nicola Zaccaria) è affidato il «canto» dei temi, anche in dialogo con l’orchestra d’archi. Nel cuore della fantasia un brano originale dal titolo «Et Verbum caro factum est», libera composizione ispirata al mistero del Natale, attraverso il racconto del Prologo del Vangelo di Giovanni (1-14).
Quanto ai due Divertimenti di Mozart, sono stati composti tra gennaio e marzo del 1772 a Salisburgo (cinque mesi prima della nomina del musicista a Konzertmeister, con 50 fiorini annui di stipendio, alla corte dell’arcivescovo Geronimo di Colloredo). Appartengono quindi alla produzione strumentale di un Mozart sedicenne, che assorbe e assimila esperienze e stili altrui, specialmente della scuola barocca e della sinfonia d’opera italiana. Il Divertimento K. 136 si apre con un «Allegro» brillante e brioso, caratterizzato da due temi distinti, di cui il secondo è più esteso e significativo del primo, nell’ambito di un ampio discorso armonico modulato tra le tonalità di mi e di si minore. L’«Andante» rispecchia lo stile galante all’italiana ed è formato da tre soggetti di breve respiro, cui fa seguito un lungo ritornello con il canto del primo violino in evidenza. Il «Presto» finale si impone per la sua musicalità spigliata e spumeggiante, leggermente increspata da un fugato di piacevole fattura, secondo un gusto di galanteria accademica.
Il Divertimento in fa maggiore K. 138 risente dell’influenza stilistica sia dei maestri italiani che di Michael Haydn (fratello del più famoso compositore Franz Joseph Haydn), con una netta preferenza per il discorso melodico chiaro e scorrevole. Il primo «Allegro» si apre con un unìsono rievocante i modi dell’opera buffa per la freschezza e la spigliatezza dell’impianto armonico; due sono i temi che si snodano e si intersecano fra di loro e formano l’intelaiatura dello sviluppo secondo un gioco musicale brillante e piacevole. L’«Andante» è avviato dalla frase cantabile del primo violino su cui si innestano le altre parti con eleganti e nuove figurazioni; ad un certo punto il violoncello espone il suo tema su un accompagnamento sincopato degli altri archi e successivamente c’è un ritorno imprevisto di gusto italiano non alla prima, ma alla seconda frase musicale, leggermente variata negli accordi e nella disposizione armonica. Il finale è un delizioso rondò e il tema particolarmente gaio e spensierato viene esposto attraverso la forma della imitazione tra la viola e il violoncello e ripetuto per ben cinque volte, secondo i moduli ad incastro di scuola tedesca. Un sentimento di fresca e gioiosa cantabilità distingue le amabili ultime battute del «Presto» di questo Divertimento.
redazione

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