Cittadella degli Artisti- Molfetta, “il colloquio “: debutta il nuovo spettacolo della Compagnia Malalingua scritto e diretto da Marco Grossi

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18 E 19 SETTEMBRE, ORE 21.

CITTADELLA DEGLI ARTISTI, MOLFETTA

IL COLLOQUIO

 the Assessment

Debutta il nuovo spettacolo della Compagnia Malalingua:

scritto e diretto da Marco Grossi

Venerdì 18 e sabato 19 settembreore 21:00, alla Cittadella degli artisti di Molfetta è in programma il debutto della nuova produzione della Compagnia MalalinguaIL COLLOQUIO – the Assessment scritto e diretto da Marco Grossi, con Alessandro AnglaniValentina GadaletaMarco GrossiSavino Maria ItalianoFabrizio LombardoOlga MascoloGiuseppe ScodittiWilliam Volpicella, le scene di Riccardo Mastrapasqua, luci di Claudio De Robertis e l’organizzazione di Marianna de Pinto.

IL COLLOQUIOvincitore del Bando SIAE Nuove Opere“PER CHI CREA” 2019, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Molfetta, è uno spettacolo che, attraverso lo strumento del paradosso in un testo dal ritmo serrato sostenuto dall’affiatata squadra di attori, racconta un fenomeno reale degenerativo che attraversa le dinamiche sociali proprie del mondo del lavoro: l’aumento della competitività come elemento propulsore di alterazioni emotive e comportamentali.

L’individualismo forsennato e la necessità ormai ontologica di essere e soprattutto apparire come soggetti vincenti, provoca la distorsione della percezione delle variabili sociali e della dimensione temporale: vincere la competizione qualunque essa sia, affermarsi come professionista e farlo nel minor tempo possibile è una necessità imprescindibile in cui ogni occasione sprecata è un passo che accorcia la distanza dal fallimento e ogni ostacolo al conseguimento del successo è un nemico, antagonista per eccellenza del percorso iniziatico dell’”eroe aziendale”. A partire dalla crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista, nemico da cui guardarsi. Questo soggettivismo, citando Zygmunt Bauman, ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile creando una società in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità.

In questo universo liquido si consuma il viaggio iniziatico raccontato ne IL COLLOQUIO, in cui il reclutamento di nuove risorse umane, i cosiddetti “talenti” all’interno di una azienda, viene trasfigurato in vero e proprio rituale ordalico, attraverso cui un gruppo di giovani potrà, superata la prova, guadagnare l’ambìto accesso alla comunità degli adulti-occupati di successo. Essere esclusi apre un baratro di inadeguatezza in cui l’amor proprio precipita, le aspettative naufragano, l’immagine di sé si dissolve nel giudizio vero o presunto, altrui e proprio.

I personaggi dello spettacolo sono ottoSei candidati chiamati ad un colloquio di gruppo: Aldo (Giuseppe Scoditti), onesto e competente ma senza fantasia, ansioso, gravato dalle molte pressioni familiari; Fabio Maria (Fabrizio Lombardo), cinico e ironico, vive la vita con distacco come se non ne fosse emotivamente coinvolto; Gaia (Olga Mascolo), solare e determinata, consapevole dei suoi mezzi, dotata di grande autostima si nasconde dietro a una maschera di costruita fragilità; Emanuele (William Volpicella), brillante, spigliato, molto superficiale e, in fondo, estremamente vulnerabile; Linda (Valentina Gadaleta), introversa e misteriosa, dai modi sbrigativi se non addirittura bruschi, non si espone se non è strettamente necessario, estremamente caparbia, ispira grande fiducia; Giuseppe (Marco Grossi), quarantacinquenne, candidato fuori età, molto più esperto degli altri delle dinamiche aziendali, non esiterà ad usare ogni mezzo per prevalere. Apparentemente timido e dimesso. Il Recruiter (Alessandro Anglani), giovanissimo rampante arrivista, consapevole della sua posizione di potere, finirà col rivelarsi vittima di una macchina troppo più grande di lui. Il top Manager (Savino Maria Italiano) carismatico, sicuro di sé, egoriferito. Sa restare sempre a galla, considera gli altri esclusivamente come uno strumento anche se è molto bravo a dare un’impressione esattamente opposta.

La situazione è quella di un assessment, un cosiddetto colloquio di gruppo, in cui diversi candidati si confrontano rispetto alla soluzione di casi aziendali virtuali sotto l’occhio attento di un esaminatore che dovrà valutarne pregi e difetti, attitudine alla leadership, tendenza alla prevaricazione, capacità di fare squadra.

Il colloquio presto si trasformerà in una sorta di gioco di ruolo al massacro, in cui i partecipanti avranno un solo obiettivo: distruggere il nemico, svelandone le fragilità, attraverso una rete di alleanze machiavelliche e di ciniche scelte strategiche. Il testo è un meccanismo ad orologeria in cui il tono ironico e farsesco dell’inizio cede il passo a una dimensione grottesca, sarcastica e infine crudele.

IL COLLOQUIO è una produzione Malalingua, compagnia fondata nel 2014 da Marianna de Pinto e Marco Grossi, attori e drammaturghi diplomati all’Accademia d’Arte drammatica Silvio d’Amico. Si occupa di formazione, produzione e distribuzione di spettacoli teatrali, organizzando rassegne ed eventi con una particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea.

Il progetto è realizzato con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Molfetta e con la partnership  della Cooperativa Kismet – Cittadella degli Artisti e il Club Cultura di Confindustria delle province di Bari e BAT.

LA RICERCA PRIMA DELLA MESSA IN SCENA:

L’intero cast ha partecipato, prima dell’inizio delle prove, ad una serie di incontri con consulenti che hanno permesso un avvicinamento all’opera attraverso un percorso di studio approfondito sulle dinamiche sociali e psicologiche legate al mondo del lavoro in contesti lavorativi aziendali altamente professionali e competitivi. Quali sono le più innovative modalità di colloquio nel reclutamento di risorse umane all’interno di un contesto aziendale? Quali le tecniche di selezione dei candidati? Quali le casistiche più diffuse a proposito di dinamiche relazionali legate alle gerarchie di potere? Questi contenuti, corredati da una serie di esemplificazioni, sono stati raccolti attraverso un proficuo lavoro di documentazione, anche sotto forma di interviste a responsabili e docenti delle risorse umane, imprenditori e dipendenti di aziende che, nel loro percorso lavorativo, hanno affrontato diversi colloqui.

Per quello che concerne l’ambito più strettamente legato alla psicologia del lavoro la ricerca è stata arricchita dalla consulenza di Valentina Gadaleta, parte del cast in qualità di attrice ma anche Psicologa del lavoro, per un’analisi approfondita delle dinamiche psicologiche ed emotive che vengono messe in gioco, sia dal singolo che dal gruppo, nel corso di una selezione.

Infine, fondamentale è stato il contributo dell’antropologo Felice Di Lernia, per l’analisi socio antropologica dei temi dello spettacolo e per approfondire i collegamenti tra gli antichi rituali e i loro corrispettivi contemporanei: l’idea del colloquio di lavoro come evoluzione moderna di un antico rituale ordalico. Oltre a questo, fondamentale è stato il focus sulla teorie del capro espiatorio come strumento di ordine sociale, e la teoria sul risentimento, approfondite da Renè Girard negli omonimi saggi.Il percorso di scrittura è finalizzato a far emergere uno spaccato sociale realistico anche attraverso un’indagine linguisticaapprofondita da parte del drammaturgo e regista Marco Grossi, il testo de IL COLLOQUIO è infatti il frutto di un attento studio sulle evoluzioni e involuzioni della lingua italiana in determinati contesti lavorativi: inglesismi, tecnicismi, acronimi e abbreviazioni stanno rapidamente mutando la nostra lingua. Nella scrittura è evidente lo sviluppo parossistico di certi mutamenti linguistici fino alle vette dell’onomatopea e del surrealismo.

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