A Turi l’Ensemble Barocco nel ricordo del musicista turese “Giovanni Maria Sabino”

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Concerto musicale a Turi  con l’Ensemble Barocco “Giovanni Maria Sabino”,  con la direzione del maestro Paolo Valerio. Saranno eseguiti brani tratti da musiche e spartiti dell’archivio dei Girolamini di Napoli. Appuntamento nella chiesa matrice, domenica 7 maggio 2017 alle ore 20:00. L’evento è promosso dal Comune di Turi , dal comitato permanente “Giovanna Maria Sabino” e dall’associazione Casa delle Idee.

Giovanni Maria Sabino (Turi, 30 giugno 1588Napoli, aprile 1649) è stato un compositore, organista e insegnante italiano.

Esponente di una famiglia di musicisti e compositori (lo furono anche il fratello Antonino e il nipote Francesco), visse a Turi fino a tutto il 1602, anno in cui, quattordicenne, con il probabile appoggio dei baroni locali (i Moles), si recò a Napoli per studiare musica sotto la guida di Prospero Testa. Fece provvisoriamente ritorno a Turi nel 1610 per prendere possesso del beneficio di San Giacomo Apostolo, col titolo onorifico di Abate. Nel 1612 fu ordinato sacerdote e questa volta rimase nella città natale fino alla fine del 1613, per poi tornarsene a Napoli dove proseguì la sua carriera musicale. Sabino, pur non risiedendo più a Turi, rimase comunque membro del Capitolo della Collegiata dell’Assunta. La sua reputazione come compositore gli valse la nomina, nel 1622, a primo maestro del Conservatorio della Pietà dei Turchini, carica che tenne sino al 1626. Nel 1627 diventò maestro della chiesa reale di Santa Barbara di Castel Nuovo e tra il 1630 e il 1634 fu organista presso l’Oratorio di San Filippo. Il suo ultimo incarico fu quello di maestro di cappella della Santa Casa dell’Annunziata, dove svolgeva anche il ruolo di organista e insegnante. Nel 1640 insegnò canto figurato al Collegio delle Monache in S. Maria di Costantinopoli. L’ultimo pagamento ricevuto per la composizione di musica, per il Monte degli Agonizzanti in S. Maria a Cellaro, è datato 26 gennaio 1645.

Egli è il padre della Scuola musicale Napoletana che nel settecento divenne famosa e invidiata in tutto il mondo occidentale. Importato direttamente da Venezia il nuovo stile musicale, conosciuto come “musica barocca”, grazie a rapporti diretti con Claudio Monteverdi testimoniati dalla presenza di musiche del maestro cremonese in una raccolta di salmi del Sabino e nell’archivio dei Girolamini di Napoli, e di mottetti del Sabino nella “Ghirlanda Sacra”, unico e primo musicista napoletano presente in una raccolta di musiche di soli maestri veneti, compreso il Monteverdi, Sabino avvia una catena di maestro-allievo che attraverserà tutto il seicento e settecento generando grandi musicisti quali: Francesco Provenzale, Domenico Scarlatti, Leonardo Leo, Tommaso Traetta, Giovanni Paisiello, Niccolò Piccinni ecc. Precursore di Gregorio Strozzi, Giovanni Salvatore e Francesco Provenzale, fu il primo compositore napoletano ad impiegare i violini nei mottetti e a introdurre l’uso sistematico di una voce sola, con passi virtuosistici, su un elaborato basso continuo. L’editore Marcello Magnetta disse di lui: è persona, oltre alle altre sue buone qualità, per la musica conosciuto in tutta Italia[senza fonte].

Lavori

  • Salmi di compieta per 4 voci
  • Il primo libro delli mottetti per 2 voci
  • Il secondo libro delli mottetti per 2-4 voci
  • Psalmi de vespere per 4 voci
  • 4 mottetti per 1 voce e basso continuo
  • Salmi per 5 voci
  • 3 mottetti per 3-4 voci
  • Mottetto con sinfonia per 3 voci, 2 violini e basso continuo
  • Mottetto per 2-3 voci per basso continuo
  • Galiarda per 4 viole
  • L’aspettar è pur dolce (cantata per 1 voce e basso continuo)
  • Dixit Dominus per 5 voci
  • Altri mottetti

Ingresso Libero.

Antonio Carbonara

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