A Capurso lotti cimiteriali senza rampa, per i diversamente abili il “Paradiso” può attendere

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Dura la vita per i diversamenti abili nel cimitero di Capurso, soprattutto per chi deve portare un fiore ai propri  cari,  sepolti nei loculi superiori dei lotti del blocco D2. E’ evidente che non si è posto rimedio, nel rispetto delle normative, al superamento delle barriere architettoniche.

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Una premessa che va immediatamente fatta, al fine di evitare incomprensioni o altro.  Il blocco D2 in questione, privo delle rampe di accesso ai lotti, è stato realizzato negli anni passati, quando non era sindaco Francesco Crudele. Non può sfuggire all’occhio del visitatore la pericolosità di quelle scale, a guardarle bene,  fanno davvero paura: circa 19 gradini per salire, con ulteriori gradini lateralmente.

Una situazione incredibile per un diversamente abile che desidera fermarsi in preghiera davanti al defunto passato ad altra vita, probabile la delega a qualche parente per adempiere al doveroso rituale della memoria.

La legge che disciplina l’accessibilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche è la 13/89 e stabilisce i termini e le modalità per garantire l’accessibilità ai vari ambienti a chi ha ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, con particolare attenzione ai luoghi pubblici.   Nel cimitero di Capurso si contano almeno 4 lotti con scale ripide, anche se vanno apprezzati, come è possibile osservare dal reportage fotografico, alcuni piccoli accorgimenti attribuibili all’attuale amministrazione. Troppo poco per poter affermare che sono garantiti i diritti dei diversamente abili, si deve fare di più.  Da indiscrezioni si parla di un adeguamento che può essere effettuato alle spalle dei lotti, forse quando si procederà all’ampliamento del cimitero, a seguito dell’aumento dei decessi in paese.

Nel frattempo quelle scale sono lì,  verrebbe da dire che per i diversamente abili “il Paradiso può attendere”,  si attende invece il riscontro dell’attuale assessore ai lavori pubblici Gino Fumai e dell’assessore ai servizio sociali Di Gemma Rosanna, oltre che quello del primo cittadino.

Antonio Carbonara

 

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